Notte dei ricercatori: quando la ricerca diventa divulgazione
La meccanobiologia ci racconta in modo estremamente efficace, grazie alle parole di un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università degli Studi di Brescia, che anche le cellule fanno stretching: il modello colorato che mette insieme semplici palloncini, una griglia rigida e dei bastoncini di legno ci aiuta a capire le possibili interazioni tra il citoscheletro delle cellule umane, che per muoversi consumano energia, e l’ambiente circostante: questo è solo uno degli affascinanti sistemi di comunicazione progettati e portati nel cortile del Broletto per la Notte dei ricercatori di stasera.
Il dipartimento di Medicina molecolare e traslazionale spiega così a cittadini curiosi, turisti e studenti delle superiori - che stanno riflettendo sulle scelte future - le possibilità che si aprono nello studio di varie malattie grazie a questi studi, mentre a poca distanza l’ingegneria si mette al servizio dell’archeologia e un altro gruppo di ricercatori mostra i reperti antichi e le ricostruzioni attuali dei manufatti trovati in Valcamonica (tra I e IV secolo dopo Cristo) nella zona di Ono San Pietro.
I promotori della Notte dei Ricercatori
L’ampio evento di divulgazione scientifica è promosso e organizzato da Università degli Studi di Brescia, Accademia di Belle Arti SantaGiulia, Laba - Libera Accademia di Belle Arti, Conservatorio Luca Marenzio e Fondazione Brescia Musei, con la collaborazione di Comune, Provincia di Brescia e Ufficio scolastico Territoriale.
Un evento che si celebra a livello europeo «per condividere non solo i risultati ma anche l’impatto sui territori e l’importanza che la ricerca ha per i Paesi che investono in questo percorso, sul piano politico e culturale» sottolinea nel salone Apollo, al momento dell’inaugurazione, la prorettrice vicaria Adriana Apostoli.
Accanto a lei il rettore Francesco Castelli ha scherzato sul suo ruolo in questa giornata così importante per lo scambio con la società civile: «Tante volte sul palco va il rettore, che qui giustamente non fa niente! Perché è giusto che siano protagonisti molti docenti e ricercatori che presentano in prima persona risultati, spunti, linee di riflessione e l’importanza della collaborazione tra dipartimenti diversi. Tutto questo proprio nei giorni in cui si celebrano gli eccellenti risultati scientifici pubblicati su Nature, un progetto in cui Unibs ha svolto ruolo essenziale».
Il difficile equilibrio tra umanesimo e tecnologia
Una giornata la cui architettura ha avuto uno sviluppo migliore delle previsioni, rileva Alessandro Padovani, prorettore alla Ricerca. «Enorme adesione da parte dei ricercatori. E quando la sindaca Laura Castelletti ci ha proposto il cortile del Broletto sono stato molto felice che si allestissero gli stand in una piazza pubblica, luogo in cui si scambiano saperi, doni e merci: in pratica la vita nel suo significato più pieno. La piazza del Broletto ha grande valore simbolico in coerenza con quanto vorremmo far capire: la presenza utile e vera dell’università a favore della comunità. Ricordando tutte le persone che cercano e ricercano ogni giorno il senso della propria esistenza. Ognuno di noi è in un certo senso un ricercatore che mira a trovare risposte di senso».
Il rapporto tra umanesimo e tecnologia è centrale in questa giornata: bisogna capire come conciliare «ciò che appare come il potere dilagante della tecnologia e quanto rimane di umano a ciascuno di noi. E mi preme sottolineare, visto che una gran parte delle ricerche che portiamo avanti mirano a migliorare la vita di coloro che convivono con disabilità di vario tipo, che è importantissima la collaborazione con il Conservatorio per il concerto dell’orchestra inclusiva I-Ork al Da Cemmo», ha concluso Padovani esprimendo il suo entusiasmo per come il mosaico delle voci e delle culture si è composto.
Sarà la matematica a salvarci?
Tra i “talk” di punta della giornata due appuntamenti alle 18.30. Nel Salone Apollo del Rettorato in piazza del Mercato la tavola rotonda congiunta fra Università e Accademia SantaGiulia, sul tema “Umanesimo e Tecnologia: tesi e antitesi?” con lo stesso Padovani, Massimo Tantardini, Elisabetta Ceretti, Gianluigi Bonanomi, Nicoletta Cusano, Elena Verdolini.
In contemporanea nell’aula Falcone Borsellino alla Casa dei Mercanti, sede di Giurisprudenza in corso Mameli, ecco la domanda rivolta ai presenti: “E se fosse la matematica a salvarci?”. Renata Mansini e Paola Gervasio introducono Alfio Quarteroni parlando di “Quando il cuore si fa matematico e i matematici entrano in corsia”. Il professor Quarteroni ha offerto contributi rilevanti per quando concerne i metodi numerici per le equazioni differenziali alle derivate parziali e le loro applicazioni: dalle simulazioni sismiche ai modelli del cuore e del sistema cardiovascolare.
Dalla metallomania al Bioprinting di cellule staminali
Tornando alle attività negli stand nel cortile, molti dei filoni di ricerca su cui i dipartimenti si stanno muovendo assumono concretezza nelle spiegazioni appassionate di molti giovani protagonisti delle ricerche: le possibili trasformazioni sulle cellule ematopoietiche del sangue, “che a seconda del fattore che aggiungiamo possono diventare qualsiasi cosa” ci vengono raccontate da Rosalba Monica Ferraro, Elena Mazzoldi, Marta Parigi e Rosaria Rovetta, che spiegano come sia possibile «ricreare il neurone del paziente legando biologia, medicina e ingegneria», nello stand intitolato «Bioprinting di cellule staminali e organoidi come modello di malattia in 3D».
E poi il lavoro sulle nanotecnologie per uno sviluppo sostenibile dell’ambiente e della persona del dipartimento di Ingegneria dell’informazione, la “Metallo Mania” dal mondo dell’Ingegneria meccanica e industriale, l’uso tradizionale e la farmacologia moderna con le piante medicinali. E molte altre suggestioni, molte delle quali legate agli studi sull’impatto ambientale dell’industria. Tableaux vivants, «pugili» e cori universitari.
In giornata si sono svolti anche workshop della Scuola di grafica e comunicazione, tra i quali «Progetta e realizza una tua fanzine», all’Accademia di Belle Arti di via Tommaseo. Nel cortile del Broletto seguono dalle 18 alle 22 proiezioni, registrazioni ed esibizioni musicali, sul palcoscenico della Notte dei Ricercatori. “Nel cuore di chi parte” sarà uno dei tableaux vivant, liberamente ispirato al dipinto «I Profughi di Parga» di Francesco Hayez esposto alla Pinacoteca Tosio Martinengo, prima dell’appuntamento «Un suono in estinzione» con il sound-artist camuno Sergio Maggioni e dell’esibizione dei solisti del Chorus Universitatis Brixiae. Un incontro in mattinata si è svolto anche al liceo Calini per il Booktrailer Film Festival. Tra le tante iniziative Fondazione Brescia Musei ha proposto un intervento sulla statua ellenistica della mostra «Il Pugile e la Vittoria», condotto da Marco Merlo conservatore di Armi antiche.
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A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
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