Non solo giornali: in edicola anche bibite e brioches
Tra edicole, librerie, tabaccherie, negozi e supermercati, a Brescia i punti vendita di giornali e riviste sono 130. I chioschi sono 68 e per tutti si avvicina l’ora della Bolkestein, cioè dell’applicazione della Direttiva europea in base alla quale il rilascio delle concessioni per l’occupazione del suolo pubblico dovrà avvenire tramite bandi.
Un tema non nuovo per i diretti interessati, ma nemmeno per il Comune, che su questa partita sembra avere giocato d’attacco.
Brescia si dice infatti il primo capoluogo in Lombardia e il primo Comune bresciano ad avere steso sia il «Piano di localizzazione dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica», sia le norme procedurali per l’assegnazione delle concessioni.
L’argomento è stato esaminato al tavolo della Commissione Commercio, Economia, Lavoro e Turismo.
Più volte il sindaco Emilio Del Bono e il responsabile del Settore Suap Marco Antonio Colosio hanno parlato di un «lavoro certosino» in un ambito che da tempo chiedeva un riordino.
Tramite verifiche puntuali da parte della Polizia locale gli uffici comunali hanno esaminato e censito 130 attività, di cui 68 chioschi, 30 negozi «esclusivi» in cui si vendono solo prodotti di stampa e 32 «non esclusivi», come medie e grandi strutture vendita, tabaccherie e librerie. Alcune (in Commissione si è detto «sei o sette») non avrebbero mai venduto giornali pur essendo in possesso delle relative autorizzazioni.
Inoltre il lavoro degli uffici comunali sarebbe stato condotto con una graduale condivisione delle informazioni con altri ambiti interessati, a partire dal settore Tributi: in questo modo chi non risulterà in regola con il pagamento dei canoni di concessione non potrà partecipare alla gara.
Per costoro sarà comunque prevista una fase «transitoria» per rimettersi in regola.
Il «Piano» tiene in considerazione il grado di copertura di servizi nelle diverse aree. A Brescia il 33% delle attività che si dedicano alla vendita di periodici si trova in centro, mentre il 40% è equamente suddiviso tra Nord e Sud. Per venire incontro alle difficoltà del settore, ai gestori di chioschi e negozi «esclusivi» sarà concesso vendere altri prodotti (come per esempio bevande in lattina, caramelle o brioches confezionate) purché nel rispetto della normativa regionale e purché la vendita di giornali e riviste rimanga l’attività prevalente.
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