Non riesce ad arrivare all'ospedale in tempo e partorisce in auto in via Oberdan
Di certo quella dose di spavento non se l'aspettavano. Ma a quasi due giorni di distanza prevale il sollievo: «La prima notte non siamo quasi riusciti a dormire per l’adrenalina che avevamo ancora in corpo. Adesso va meglio, siamo stanchi ma soprattutto grati che sia andato tutto bene». A parlare al telefono dal Civile è una donna di 38 anni, Maria Belleri, che lunedì sera ha partorito la sua seconda bambina in un modo che mai avrebbe immaginato: in macchina, di corsa verso l’ospedale. Che lei e il marito Nicola Simoncelli sono riusciti a raggiungere soltanto dopo che la piccola Demetra era nata sul sedile anteriore, all’incrocio tra via Oberdan e via Trento.
Lunedì mattina Maria Belleri si è svegliata nella sua casa di Portole, sopra Sale Marasino, con contrazioni leggere e un po’ di malessere: «Non stavo benissimo e sono andata al Civile. Mi hanno detto però che ero poco dilatata e così siamo tornati indietro». Il resto della giornata è proseguito come sempre: «Ho giocato normalmente con mia figlia di tre anni e mezzo, mi sentivo effettivamente meglio» prosegue la 38enne. Finché, verso le 19.30, le contrazioni sono ricominciate: «Erano fortissime, di colpo. Abbiamo subito chiamato la nonna di nostra figlia per affidargliela, alle 20 eravamo in macchina per Brescia. Ma la strada non è brevissima». È però l'unica opzione percorribile perché il punto nascita a Iseo è chiuso dal 2020. Dunque il Civile per chi arriva dal Sebino bresciano è l'ospedale più vicino, a 36,5 chilometri di distanza.
Ancora al volante, Nicola ha chiamato il 112 per farsi aiutare quando ha capito che Maria stava per partorire: «In via Oberdan si sono rotte le acque. E lì basta, non ho potuto fare altro che aggrapparmi alla maniglia dell’auto e spingere mentre mio marito guidava verso l'ospedale» dice Maria. Demetra è nata così, alle 20.35 del 9 ottobre: sorretta con una mano dalla madre, sul sedile davanti dell’auto, al semaforo con via Trento. «Non so come ho fatto, sinceramente - continua la 38enne -. Quando siamo arrivati al pronto soccorso pediatrico avevamo i finestrini abbassati e stavamo urlando tutti e due, chiedendo aiuto. Sono uscita dalla macchina e ho affidato subito Demetra ai medici e agli infermieri che ci hanno soccorse. Hanno tagliato il cordone e portato mia figlia in reparto. Sono stati fantastici, erano sotto choc pure loro».
Adesso la famiglia aspetta di essere dimessa. Mamma e piccola stanno bene, Demetra pesa 2,9 chilogrammi ed è in salute. «A raccontarlo adesso mi viene quasi da ridere, ma sul momento eravamo terrorizzati. Anche perché quando i bambini nascono hanno bisogno subito di assistenza e non è detto che vada tutto liscio. Noi siamo stati fortunati - osserva Maria Belleri -. La natura è una cosa potente e ci ha colti di sorpresa».
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