Non chiamiamola «tromba d'aria», ma «outflow». Ecco cos'è
Per tutti noi è stata una tromba d'aria. Ma la meteorologia è una scienza, se non esatta, rigorosa: così l'esperto spiega che quella che si è abbattuta questa mattina sul Bresciano non è stata una tromba d'aria. Bensì un «outflow».
A dirlo è Riccardo Paroni di Meteopassione.com. «I danni ci sono stati e le violente raffiche di vento non sono passate inosservate, ma stamattina nessun "cono" ha raggiunto il suolo. - spiega -. Il dizionario dei fenomeni atmosferici parla chiaro: se non c'è il classico vortice, non si può parlare di tromba d'aria».
«Il vento che ha movimentato questa domenica mattina - aggiunge Paroni - ha un nome ben preciso: "outflow", dall'inglese out (fuori) e flow (flusso). Si tratta di forti correnti d'aria fredda che fuoriescono dai sistemi temporaleschi, e in alcuni casi possono raggiungere velocità considerevoli. Un evento piuttosto frequente durante la stagione estiva, soprattutto dopo periodi molto caldi e umidi, che forniscono ai temporali una gran quantità di energia».
Proprio come quello che ci siamo lasciati alle spalle.
In ogni caso, si sono moltiplicate col passare delle ore le segnalazioni di danni: oltre a quelle che vi abbiamo illustrato da questa mattina e a quelle aggiuntesi nei successivi aggiornamenti, ecco una raccolta di nuovi effetti collaterali dell'«outflow».
La furia del vento si è fatta largo anche a Roncadelle: pochi per fortuna i danni
Non immune dal maltempo è rimasta anche la città: i danni più significativi a Chiesanuova, dove le raffiche già nella notte se la sono presa con i gazebo del torneo notturno di calcio. «Solo la tempestività dei nostri volontari, che hanno rimosso i teli dei gazebo ha evitato che questi si tramutassero in mongolfiere» raccontano dal quartiere.
Non meglio è andata in via Salgari, nella zona sud della città, a ridosso di via Orzinuovi: ecco cosa resta di un albero:
Sul Sebino, neppure Iseo è stata graziata dalla furia del vento: eccone una testimonianza in questo scatto del fotografo Federico Sbardolini.
Sempre sul Sebino, danni ingenti anche a Sarnico, appena al di là del confine bresciano: scoperchiato il tetto della palestra.
Tra le zone più flagellate, la Bassa: qui un albero spezzato a Corticelle Pieve, frazione di Dello
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