Nizza, il racconto dei bresciani che hanno vissuto l'attacco
Racconta l'orrore che ha ancora negli occhi e nelle orecchie: quello dei corpi a terra, delle grida di aiuto e di dolore. A Nizza giovedì sera sulla Promenade des Anglais c'era anche Alberto Martinelli, di Gussago. Era in vacanza con i suoi due figli e con la fidanzata, Dalila Staccoli, originaria di Cattolica ma residente a Brescia. Hanno visto il camion arrivare ad alta velocità. L'hanno visto piombare sulla folla, piombare su di loro.
Dalila, 29 anni, ha avuto la peggio: «Ha riportato un forte trauma cranico - racconta Alberto - ha una frattura alla testa ed alla mano. Dovrebbe essere dimessa domani. Siamo stati molto fortunati».
Alberto descrive il momento dell'attacco: «È durato una frazione di secondo. Abbiamo visto che puntava verso di noi. Mia figlia e la mia ragazza si sono buttate verso sinistra, cadendo in terra. Istintivamente ho preso mio figlio per la felpa e l'ho trascinato, sempre verso sinistra. Il camion ci ha schivato per pochi centimetri, ma ha continuato la sua folle corsa uccidendo altre persone». Illesi i due ragazzi, che sono già rientrati a casa. La coppia, invece, è ancora in ospedale, al Pasteur.
Anche altri bresciani si trovavano vicini al luogo della strage: Annie France Innocenti, Alice Consolati e il fidanzato Federico e Jacopo Zanardini, che lavora a Nizza come cuoco.
Nelle scorse ore sono state fermate altre due persone, un uomo e una donna. E il killer sarebbe stato ripreso da alcune telecamere mentre effettuava dei sopralluoghi con il camion nei due giorni precedenti la strage.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato