Nikolajewka, 74 anni dopo: dal ricordo al Ponte dell'Amicizia
La memoria di un fatto storico. Di una battaglia e di una ritirata che segnarono l’epilogo dell’Armir, ma al contempo furono atto di eroismo delle penne nere. Nikolajewka è un nome che dal lontano 1943 riecheggia nei racconti ancor prima che sulle pagine dei libri. E anche quest’anno Brescia e i suoi alpini – che a quella pagina dolorosa del secondo conflitto mondiale sono legati a doppio filo – non hanno mancato di ricordare chi tornò e soprattutto chi rimase nella steppa russa.
Anche quest’anno non sono mancati gli aneddoti. “Con il ginocchio piegato nella neve, segnava sulla fronte o dove poteva i feriti. Quando si accorse che non aveva più olio santo esclamò: “Dio mio, non ho più olio, dovrò arrangiarmi con la neve… Fa niente”
Il gesto pietoso è quello del cappellano militare don Carlo Gnocchi e a ricordarlo è Ugo Balzari, all’epoca un giovanissimo alpino del Battaglione Edolo, scampato alla battaglia e in fuga dal gelido inverno russo. C’era anche lui, insieme ad altri 3 reduci, alle celebrazioni organizzate a Brescia in occasione del 74esimo anniversario della battaglia di Nikolajewka, simbolo della ritirata italiana di Russia durante la Seconda guerra mondiale, ma anche di un’impresa epica e gloriosa da parte di quanti, pur stremati, con tutte le loro forze lottarono per tornare a casa, dai loro affetti.
Nella scuola di Mompiano che è diventata monumento vivente di quel sacrificio e insieme di quello spirito, anche quest’anno si è fatta memoria e alla presenza di una delegazione dell’ambasciata russa in Italia si è rinnovato un impegno che è testimonianza concreta di amicizia.
“Tra un anno, nel 2018, a 75 anni da quell’avvenimento a Nikolajewka realizzeremo un ponte, il Ponte dell’Amicizia tra gli alpini e il popolo russo” ha fatto sapere il presidente nazionale Ana Sebastiano Favero.
Le celebrazioni sono poi proseguite in piazza Loggia, sotto lo sguardo attento e commosso di moltissimi bresciani. Qui il sindaco Emilio Del Bono ha voluto rivolgere un sentito grazie a tutti gli Alpini, che oggi come ieri, continuano ad essere straordinari testimoni del valore della patria.
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