Next Generation Brescia, strategia di sviluppo che guarda al 2050
Un vestito cucito su misura per il territorio bresciano. Una strategia per la transizione ecologica che ha come orizzonte gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’Onu, calata però nella nostra realtà.
È stata presentata ieri nella sala del consiglio della Camera di Commercio la Strategia territoriale per lo sviluppo sostenibile della provincia di Brescia, elaborata dal Css (Centro sviluppo sostenibilità) nato quasi due anni fa dall’accordo sottoscritto tra Comune di Brescia, Provincia, A2A, Confindustria, Camera di Commercio, Ubi Fondazione Cab e Università degli studi.
Due anni durante i quali un gruppo di ricercatori dell’ateneo ha anzitutto definito lo stato dell’arte dal punto di vista ambientale, sociale ed economico in cui si trova la nostra provincia e fornito ai vari enti, Pubblica amministrazione e privati, i dati scientifici su cui elaborare le strategie di cambiamento.. «Da qui – ha spiegato ieri il professor Carmine Trecroci, coordinatore della Commissione per la sostenibilità di UniBs – è stata elaborata una strategia che i vari partner hanno sottoscritto, denominata Next generation Brescia (NextGenBS), che offre un orizzonte di collaborazione e pianificazione senza precedenti.
Un piano strategico che guarda a tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile: all’inclusione sociale, alla protezione e valorizzazione del capitale naturale e alla crescita sostenibile dell’economia».
«Non è un libro dei sogni – ha precisato il sindaco di Brescia, Emilio del Bono, nel corso della presentazione – ma un programma di medio lungo termine che tiene conto degli aspetti sociali ed economici di questo cambiamento».
Il futuro
Uno sguardo proiettato al 2050, verso cui per la prima volta la comunità bresciana estende l’impegno di progettazione e collaborazione (da qui il riferimento alle prossime generazioni), con vari step intermedi al 2025, 2030 e 2040. Un esempio concreto: la provincia di Brescia produce oltre 11milioni di tonnellate all’anno di gas serra (dato fornito dall’Università) e l’obiettivo fissato dal NextGenBS è di una riduzione del 45% al 2030 e di azzeramento al 2050.
Il piano definisce una serie di azioni trasversali che vedono coinvolti tutti i partner nell’attuazione della strategia, e azioni di sistema che interessano alcuni stakeholder che hanno obiettivi specifici da attuare. Il tutto misurato e monitorato periodicamente. In questo caso la partita più complessa devono giocarla il tessuto imprenditoriale e quello agricolo del nostro territorio, il cui impatto ambientale è enorme.
«È un’iniziativa importante – ha detto il presidente della Camera di Commercio, Roberto Saccone – la cui forza sta nella sinergia dei vari enti che hanno deciso di agire concretamente con una strategia a lungo termine». Per l’attuazione del piano saranno indispensabili investimenti ingenti, molti attinti dalle risorse stanziate dall’Europa e dal Pnrr, altri da capitali privati. Del CSS fa parte Ubi fondazione Cab , «che – ha chiarito il presidente, Italo Folonari – ha sposato l’iniziativa per mitigare i rischi del cambiamento e realizzare le opportunità. La finanza – ha concluso – ha capito da molto tempo le sfide che questa transizione comporta. Sfide che la più ampia parte della società deve comprendere, senza estremismi ideologici».
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