Nessuno tocchi Caino: «Canton Mombello è tra le peggiori carceri d’Italia»
Tra sovraffollamento, spazi improponibili per un essere umano e un pessimo rapporto tra il numero di educatori e quello dei detenuti, Canton Mombello «è il peggior carcere visto nel nord-est» e «uno dei peggiori dal punto di vista strutturale tra quelli visitati in tutta Italia».
Il bilancio, pesantissimo, lo hanno tracciato alcuni esponenti della ong «Nessuno tocchi Caino» nel corso dell’incontro pubblico «Carcere: tra vecchie e nuove emergenze, alla ricerca di attenzione e di alternative». L’incontro è seguito alla visita all’istituto penitenziario di via Spalto San Marco organizzata in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Brescia e la Camera penale della Lombardia orientale e alla quale hanno preso parte anche il presidente del Consiglio comunale di Brescia Roberto Rossini e la magistrata di sorveglianza Monica Lazzaroni, la quale non ha esitato a definire le condizioni di detenzione «illegali» e Canton Mombello in sé «come un limone spremuto fino in fondo».
Una «vergogna per una città europea e civile come la nostra», per dirla con le parole del senatore Pd Alfredo Bazoli, che da anni sta cercando di smuovere le acque a Roma per cercare di reperire le risorse utili per realizzare l’ampliamento del carcere di Verziano in modo da chiudere quello di Canton Mombello. Da ottimista che era, però, anche Bazoli ha dovuto rivalutare la sua posizione, poiché «al momento servirebbero altri 35 milioni in aggiunta ai 15 già ottenuti nel 2015 per concretizzare il progetto che, nel frattempo, con il nuovo Codice appalti, è finito nella palude del Provveditorato delle opere pubbliche in Regione».Rossini, nel suo intervento, ha ricordato che tra le linee di mandato che Castelletti ha tracciato c’è anche l’acquisizione di terreni per la costruzione del carcere e si è impegnato a tenere sotto osservazione la questione. «Chi ha sbagliato deve rimediare - ha osservato Lorenzo Cinquepalmi di "Nessuno tocchi Caino" - ma ricordiamoci che la pena non può essere solo afflizione, perché questa non farà altro che generarne altra, spingendo la persona a commettere altri reati». Le misure alternative, tuttavia, «sono ancora poco praticate - afferma la presidente della ong Rita Bernardini - nonostante sia dimostrato che il carcere dà recidiva: dei 57.530 detenuti italiani solo il 10% ha fatto il suo ingresso in carcere per la prima volta».
Per la garante dei detenuti del Comune di Brescia Luisa Ravagnani «questa è la dimostrazione che il sistema carcere è fallito e andrebbe abolito in favore di alternative al reato». Un modello innovativo «non facile da perseguire, specie considerato l’attuale clima politico» hanno convenuto i presenti. «Se però le persone sapessero quanto costa un detenuto - ha sottolineato Bernardini - forse le cose cambierebbero». Secondo la presidente della ong vengono spesi in media 250 euro al giorno per persona. Lazzaroni, riferendosi a Brescia, ha parlato di 3.500 euro mensili. «Sono in aumento i tossicodipendenti che entrano in carcere - ha detto lo psichiatra del Sert Luca Gheda -. A Brescia parliamo di una sessantina di eroinomani, 230 con dipendenza da cocaina, 130 da cannabinoidi e altrettanti alcolizzati».
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