Nella villetta dell'orrore dove tutto è congelato all'agosto 2005

Nella villetta dell'orrore di via Ugolini, teatro del duplice delitto dei coniugi Donegani, tutto è congelato nel tempo
  • Nella casa dei Donegani occupata
    Nella casa dei Donegani occupata
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AA

Le fotografie sulla parete della sala con Aldo Donegani e la moglie Luisa De Leo sorridenti, la stessa immagine che nel 2005 era finita su tutti i giornali. Gli occhiali di lui vicino alla televisione, in cucina la grattugia elettrica sul tavolo. Sull’attaccapanni in corridoio è appesa una camicia a maniche corte a quadri da uomo e i cappelli da donna.

Immagini di un pomeriggio d’estate, registrate in pieno inverno. E a distanza di 11 anni. Perchè questa casa è chiusa dall'estate 2005, da quando la Procura ha messo i sigilli per il duplice delitto dei coniugi Donegani, fatti a pezzi dal nipote Guglielmo Gatti, che abitava al piano sopra. L’hanno ribattezzata la villetta dell’orrore. La polvere non cancella i segni del delitto e dell’inchiesta. In entrambe le abitazioni.

Ti metti alle spalle l’appartamento spoglio di Guglielmo Gatti e scendi le scale, quelle che lui la sera del delitto avrà percorso chissà quante volte. Contando i gradini, uno per uno.

Il tempo sembra davvero essersi fermato in questa abitazione di via Ugolini, abbandonata e mai più riaperta. Fino ad oggi. E lo sguardo va ai due garage. Dietro queste saracinesche Gugliemo Gatti ha fatto a pezzi gli zii, disperdendo poi i resti tra Provaglio d'Iseo e il Passo del Vivione. Il garage della mattanza, scrissero i cronisti in quei giorni. Tutto al 15 di via Ugolini è fermo a quei giorni di 11 anni fa.

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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