Nel Bresciano quaranta classi in quarantena, contagi in calo
Il contagio continua la sua lenta ma costante discesa. Anche a scuola. Nel report diffuso ieri da Regione Lombardia aggiornato al 10 ottobre, risultano in quarantena 40 classi delle scuole bresciane. Lo stesso numero della scorsa settimana, segno di una situazione stabile.
Cala però il numero degli studenti soggetti alle misure restrittive, 836 il 3 ottobre (a cui vanno aggiunti 39 operatori scolastici), 751 lunedì (più 32 operatori). Ma soprattutto scende il numero dei casi positivi registrati tra i ragazzi: nella settimana dal 27 settembre al 3 ottobre erano stati 572 a livello regionale, prendendo in considerazione tutte le tipologie di istituti, dagli asili nido alle superiori; nella settimana dal 4 al 10 ottobre sono stati 472, cento in meno. Il tutto a fronte di una popolazione scolastica di oltre 1 milione e 720mila bambini e ragazzi. Un andamento che mostra anche il calo dell’incidenza: il valore più alto si era registrato nella fascia d’età tra 6 e 10 anni (42 casi ogni 100mila abitanti), sceso ora a quota 35.
Numeri in calo
Il livello più basso è invece tra i ragazzi delle superiori (18 casi ogni 100mila abitanti), grazie al vaccino. Il 3 ottobre, nel Bresciano, risultavano in quarantena 14 classi delle elementari, 10 negli asili e altrettante alle medie. Sei classi in quarantena alle superiori. Il 10 ottobre il rapporto si è lievemente modificato: 13 classi alle elementari (compresa una scuola in Valcamonica), 9 negli asili e alle superiori, 8 alle medie. Il report riporta anche i risultati dei test salivari nelle scuole «sentinella», scelte tra le elementari e le medie: 8 le scuole bresciane coinvolte la scorsa settimana, 780 gli studenti invitati a sottoporsi al test, con un’adesione del 73%, zero gli studenti positivi. A livello regionale, riporta il monitoraggio, «al 10 ottobre sono stati testati 23.784 alunni con tasso di positività dello 0%».
Niente dad, per ora: il sondaggio
Il buon proposito di non fare più la didattica a distanza per questo anno scolastico sembra resistere. Ed è forse soprattutto per questo che, dopo le prime settimane di uno dei back to school più delicati di sempre, soprattutto dal punto di vista organizzativo, il bilancio fatto dagli studenti è complessivamente positivo. Almeno così dicono i 3.000 alunni delle superiori intercettati in questi giorni da un sondaggio di Skuola.net per tracciare un bilancio del primo mese di scuola. Circa 2 su 3, infatti, raccontano di non aver avvertito particolari criticità. Anche perché quasi tutti (94%) fino a oggi hanno svolto sempre lezione in presenza. Pur trattandosi di una sparuta minoranza, qualcuno che è dovuto restare qualche giorno a casa, in Dad, c'è stato (6%) e nella metà dei casi non è stata colpa della quarantena imposta dai contagi ma di una carenza di spazi nel proprio istituto. Per evitare gli assembramenti in ingresso o in uscita dalle lezioni, la maggior parte delle scuole - lo riportano circa 6 su 10 - hanno confermato o introdotto degli ingressi scaglionati. Da non confondere con i turni veri e propri decisi a livello locale: più o meno 1 su 2 è costretto a entrare (e uscire) prima o iniziare (e finire) dopo. Tra chi torna a casa più tardi, quotidianamente o alternando i turni (62%), il 70% si lamenta che l'uscita pomeridiana rende pressoché impossibile svolgere altre attività, come fare i compiti per il giorno dopo o dedicarsi a sport e hobby. Inoltre, tutta questa organizzazione pare non sia riuscita a risolvere la questione originaria, gli assembramenti, ancora presenti in 7 casi su 10.
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