Nel Bresciano contagio dimezzato, ma «discesa troppo lenta»

In una settimana i nuovi casi passati da 1.502 a 874 Ieri altri 100, i decessi arrivano a quota 1.978
PROGRESSI A RILENTO
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La curva dei contagi rallenta. Ma non abbastanza. È il mantra ripetuto a più riprese negli ultimi giorni, vissuti tra l’ottimismo di numeri che si fanno pian piano più piccoli e la preoccupazione per una curva che si fa più dolce ma non spiana. Il famoso «plateau», ovvero quel momento in cui la crescita si stabilizza, resta nel mirino ma non è ancora stato raggiunto. Anzi, alcune proiezioni dicono che solo a metà maggio il numero di nuovi contagi diventerà trascurabile. Ecco perché resta forte la necessità di una mappa dettagliata del contagio. I dati ufficiali, per quanto parziali, confermano comunque un miglioramento.

Ieri in provincia di Brescia cento nuovi positivi (più un’altra novantina nelle case di riposo), dato che di fatto è un quarto rispetto a quello dei giorni clou dell’emergenza (dal 15 al 29 marzo). Non solo. Nell’ultima settimana i contagi si sono dimezzati rispetto alla settimana precedente e ridotti a un terzo rispetto a metà marzo. I numeri. Ormai lo ammettono anche i tecnici. La diffusione del contagio è di almeno 10 volte quella ufficiale.

In Lombardia, secondo lo studio della società di ricerca InTwig, lo sarebbe di ben 20 volte, coinvolgendo 972mila persone, un lombardo su dieci. I dati ufficiali raccontano solo una parte del fenomeno, ovvero le persone sottoposte a tampone. Ma sono comunque un elemento indicativo per capire l’andamento dell’epidemia. Secondo i numeri squadernati dall’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, che nemmeno a Pasqua e Pasquetta ha rinunciato all’appuntamento sui social per fare il punto della situazione, i contagiati in regione hanno ormai superato quota 60mila. «I dati anche oggi non sono soddisfacenti perché il totale dei positivi è 60.314, 1.262 in più rispetto al giorno prima» ha spiegato. Domenica la crescita era stata di 1.460, ma con quasi il doppio dei tamponi analizzati (9.530 rispetto a 5.260). Torna purtroppo a crescere anche il numero dei decessi: dopo la «tregua» di Pasqua, con 110 morti Covid-19, ieri il dato è tornato a salire fino a 280. Insomma, «la linea di tendenza rimane stabile - ha spiegato l’assessore - però non scende con la determinazione che dovrebbe, soprattutto nella città di Milano. Bisogna essere ancora più incisivi».

Andamento. Al netto dei numeri delle case di riposo, l’andamento nel Bresciano pare incoraggiante. Nella settimana dal 5 all’11 aprile nella nostra provincia si sono avuti 874 nuovi contagi, in media poco più di cento casi al giorno. Nei sette giorni prima la cifra era stata di 1.502 e quella prima ancora (22-28 marzo) di 2.650. Bisogna risalire alla prima settimana di marzo per trovare un dato più basso. Il tutto tenendo conto che nel frattempo la platea si è allargata: oggi sono circa 10mila al giorno i tamponi effettuati in regione, con 32 laboratori a processarli; un mese fa erano 3mila, con solo 3 laboratori.

Crescono invece dimessi e guariti: i primi hanno ormai superato quota 5mila. In sostanza dai numeri dell’Ats di Brescia si evince che di cento bresciani che hanno contratto il Coronavirus, 53 sono ormai stati dimessi. Una settimana fa quella percentuale era del 47% e il 21 marzo era ferma al 33%. Crescono in maniera robusta anche i «guariti», ovvero persone con doppio tampone negativo, arrivate a sfiorare le 1.800 (1.796 in base ai dati di ieri). Dieci giorni fa (4 aprile) erano 635, un terzo.

Decessi. Cala più lentamente il numero dei decessi. Nell’ultima settimana (4-11 aprile), nel Bresciano, i morti ufficiali Covid sono stati 353, numero comunque più basso dalla prima metà di marzo. Si sperava in una flessione maggiore, sebbene quello delle vittime sia il numero che calerà per ultimo. Il dato di Pasqua e Pasquetta dice di altri 46 decessi da mettere in conto rispetto a sabato nell’Ats di Brescia: una media di 23 vittime al giorno che resta comunque il dato più basso dal 9 marzo. In città 7 nuovi decessi, 3 a Desenzano, Ospitaletto, Roncadelle e Verolanuova. Numeri che non tengono conto della Valcamonica, visto che l’Ats della Montagna aggiornerà i dati solo oggi dopo due giorni di stop per le festività.

 

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