Nel 1982 nasce l’Università degli Studi

I deputati della Commissione Istruzione fecero le quattro di mattina: ma il 4 agosto 1982 nacque l'Università statale di Brescia
AA

I deputati della Commissione Istruzione fecero le quattro di mattina. Discussioni interminabili prima di votare, all’alba del 4 agosto 1982, la legge che Brescia attendeva da anni. Finalmente i corsi di Medicina e chirurgia, Ingegneria ed Economia e Commercio gestiti dall’Eulo diventavano Università statale. Nasceva l’ateneo sospirato, con una dote ragguardevole di studenti, professori, strutture e laboratori. Cinque miliardi e 350 milioni di lire (una Fiat 127 costava 4 milioni e mezzo di lire) la spesa ordinaria per il 1982, quaranta i miliardi di Comune di Brescia e Provincia investiti nelle sedi e nelle attrezzature, un patrimonio che adesso passava allo Stato. Quasi seimila gli iscritti: 1.723 ad Economia e Commercio, 2.994 a Medicina, 1.004 ad Ingegneria. La strada per arrivare all’istituzione dell’ateneo era stata lunga e accidentata. L’iter parlamentare era iniziato nel 1977, subendo i contraccolpi di elezioni anticipate e lentezze burocratiche. L’Università bresciana era inserita in un progetto di legge che riguardava anche Aquila, Chieti, Pescara, Teramo, Ancona, Campobasso, Reggio Calabria, Verona e Trento. La folta compagnia non aveva favorito la rapidità delle decisioni, nonostante che la necessità di un polo universitario nella Lombardia orientale fosse riconosciuta da tutti.

Protagonista fino ad allora era stato l’Eulo, Ente universitario Lombardia orientale, consorzio costituito dal Comune di Brescia e dalla Provincia nel 1969 per promuovere e gestire (attraverso convenzioni con gli atenei di Milano e di Parma) corsi che facessero da apripista alla creazione di una vera e propria Università statale bresciana. Ricordiamo che nel 1965 era nata la sede staccata della Cattolica e che la Fondazione «Tirandi» aveva avviato il biennio della Scuola di amministrazione industriale (legata all’Università di Parma), embrione della futura Economia e Commercio. La Tirandi era stata poi assorbita dall’Eulo.

La notizia della statalizzazione dei corsi bresciani fu accolta con soddisfazione. Significava poter finalmente progettare lo sviluppo autonomo dell’ateneo, legato alle necessità del territorio. Il sindaco Cesare Trebeschi, tuttavia, commentò senza enfasi: «Non è il caso di abbandonarci a toni trionfalistici», piuttosto bisognava affrontare subito una serie di problemi pratici. Ad esempio il passaggio del personale docente e non docente e la formazione della pianta organica. Per altro, faceva notare il sindaco, mentre altrove lo Stato doveva provvedere con fondi suoi all’impianto dell’ateneo, a Brescia era tutto già fatto a spese degli enti locali. Osservazione non casuale, che sottolineava la lungimiranza delle istituzioni bresciane, abituate a non attendere le comodità altrui. Il presidente dell’Eulo, Bruno Boni, ricordò la ragioni dell’impegno: «L’idea che ha spinto alla creazione dell’Università nasceva dalla considerazione che la nostra società industriale abbisognava di ingegneri e di servizi terziari offerti dai dottori commercialisti». Inoltre, «l’esistenza di uno dei più grandi ospedali d’Italia favoriva, naturalmente, il sorgere della facoltà di Medicina».

I primi laureati furono sette medici, l’11 luglio del 1983. Primo rettore Augusto Preti, nominato il 29 novembre 1983. Oggi l’ateneo bresciano conta 24 corsi di laurea triennale e 15mila studenti.

Enrico Mirani

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato