'Ndrangheta, gli arrestati usavano criptofonini e chat segrete
È il 6 aprile 2019 e quando Francesco Candiloro e Michelangelo Tripodi vengono fermati dai carabinieri di Ala di Trento mentre viaggiano a bordo di una 500 che risulterà rubata il 2 marzo 2018 a Milano e che ha una targa contraffatta. Candiloro e Tripodi sono due dei cinque in carcere da lunedi con l’accusa di detenzione di armi da guerra, che avrebbero dovuto utilizzare per un attentato e sono anche i due che devono rispondere dell’omicidio del fratello di un collaboratore di giustizia avvenuto a Pesaro il giorno di Natale del 2018. Reati aggravati dall’associazione di stampo mafioso.
Quel giorno a Candiloro e Tripodi i carabinieri trovano due cellulari su cui erano installate due Sim card, una americana in uso a Candiloro, socio in una pasticceria e residente a Brescia, e l’altra olandese in uso a Tripodi che vive in Calabria. «L’analisi dei tabulati consentiva di risalire al traffico storico telefonico e telematico generato dai criptofonini con tecnologia Sky Ecc, appositamente progettata dall’impresa SkyGlobal» scrivono gli inquirenti bresciani. Tre anni dopo quel controllo in auto con la scoperta dei telefoni criptati, l’Europol - a marzo 2021 - bloccherà il sistema di chat crittografata di Sky Ecc. «Canale che la malavita utilizzava per le chat» diranno gli inquirenti.Anche gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Brescia utilizzavano il sistema operativo Sky Ecc. Secondo gli inquirenti «un criptofonino con utenza americana era utilizzato da Francesco Candiloro, un altro con numero olandese da Michelangelo Tripodi, un altro sempre con utenza olandese da Gianenrico Formosa e uno ancora con numero olandese era in uso alternativamente a Candiloro e Giuseppe Zappia».
Il 24 novembre 2019 il cellulare criptato di Candiloro, dopo aver segnato degli spostamenti nell’area urbana di Brescia, si sposta in direzione della provincia di Belluno fino a raggiungere Canale d’Agordo, paese dove vive l’ex affiliato alla Cosca Crea che il gruppo - secondo le indagini - ha il mandato di uccidere. «Quel giorno - scrivono gli inquirenti - a Canale d’Agordo si registra la presenza di un altro criptofonino in uso a Michelangelo Tripodi, salito dalla Calabria e recatosi nel bellunese in orario del tutto sovrapponibile a quello fatto registrare dal telefono di Candiloro».Cosa sono i criptofonini
Come dice il nome stesso, i criptofonini sono smartphone dotati di particolari sistemi di cifratura che li rendono inaccessibili dall’esterno e praticamente impenetrabili, soprattutto da tentativi di intercettazione. Il loro acquisto e il loro utilizzo è di per sé legale, anche se spesso la loro blindatura è sfruttata dalle associazioni criminali per proteggere comunicazioni tra affiliati, come rilevato nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Bresciano. Nonostante iPhone e Android producano cellulari che già sfruttano sistemi basici di crittografia, i telefoni criptati hanno un livello di invulnerabilità molto più alto.
I prezzi di un criptofonino variano dai 700 ai 1.500 euro circa. Il modello con sistema operativo Sky Ecc di SkyGlobal, come quelli usati dagli affiliati arrestati a Brescia, usa come hardware dispositivi BlackBerry o iPhone modificati. Per procurarsene uno, non serve accedere al dark web o ricorrere a chissà quali sistemi di contrabbando: sono legali, appunto, e si trovano in negozi di telefonia specializzati. Dalle carte dell'inchiesta emerge che uno degli indagati intercettati, per esempio, riferisce di averlo comprato a 700 euro in un negozio sul confine tra Brescia e Bergamo
Come funzionano
Il loro sistema operativo riesce a disabilitare la localizzazione Gps, tutti i servizi di Google (navigatore, posta elettronica ecc.), la connessione Bluetooth, le notifiche, persino la fotocamera e l’attacco Usb dello smartphone. Restano attive solo le telefonate in modalità VoIP, vale a dire quelle che non si appoggiano alle bande standard della rete mobile Gsm (quelle comunemente usate per chiamate o sms) ma applica una tecnologia che sfrutta Internet e viaggia direttamente tra i terminali dei due utenti, senza passare da strutture centrali di smistamento. In parole semplici, è una crittografia asimmetrica che può chiudere la porta in faccia all’intrusione di terzi, a meno che questi non siano provvisti di potenti sistemi di calcolo.
Per chattare, sui criptotelefonini esistono apposite app di messaggistica, come Sky Ecc della canadese SkyGlobal usata dagli indagati del caso bresciano. In questi ambienti di messaggistica, niente viene salvato sui server e tutti i backup devono essere autorizzati (molto simile a Telegram, per capirci).
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