Nascite in calo, la scuola bresciana «perderà» almeno 45 classi prime
Circa 1.200 studenti in meno iscritti quest’anno alle classi prime delle scuole di tutti gli ordini e gradi. L’inverno delle nascite fa sentire i suoi effetti, sempre più pesanti: a Brescia nascono pochi bambini e la popolazione invecchia. Il trend innegabilmente è quello e si traduce in numeri che si riverberano sulla situazione della scuola bresciana e che equivalgono, in altre parole, ad una contrazione delle nuove classi in entrata.
Il problema affligge la primaria «Tito Speri», ma la scuola del centro storico non è certo l’unica e, a perdere alunni e classi, sono vari istituti sparsi a macchia di leopardo sul territorio provinciale. Si tratta, facendo un calcolo approssimativo (il quadro completo riguardante tutti gli istituti scolastici del territorio verrà fornito oggi dall’Ufficio scolastico provinciale alle organizzazioni sindacali) di almeno 45 classi prime che, quest’anno, non verranno formate e, in proporzione, una ventina dovrebbe appartenere alle scuole primarie, ovvero alle elementari.
Amara sorpresa
Così non pochi genitori avranno l’amara sorpresa, nonostante le iscrizioni regolarmente effettuate a gennaio, di non poter vedere il proprio bambino o la prima bambina frequentare la scuola prescelta. Perché la norma in materia è chiara: si devono formare classi con un numero fino a 25 studenti (elevabile a 27, bisogna poi valutare le singole situazioni, ovvero se ci sono ad esempio ragazzi con disabilità gravi etc.) e, se il numero degli iscritti è maggiore ma inferiore a 50, la classe sarà una soltanto. Gli alunni «eccedenti» dovranno cercarsi un’altra scuola che li accolga, magari meno vicina a casa o comunque non quella in cui avrebbero voluto essere inseriti.
Tagli necessari
Lo spiega il dirigente dell’Ust, Giuseppe Bonelli: «Il problema della denatalità è evidente ed il calo delle nascite è in continuo aumento. Quest’anno abbiamo 1.200 alunni in meno complessivamente, ma l’incidenza maggiore è sulle primarie, nella fattispecie scuole d’infanzia ed elementari. Abbiamo già comunicato alle singole scuole quali classi avranno e daremo l’informativa generale ai sindacati. Dobbiamo necessariamente ridurre il numero delle classi, che in base a normativa possono arrivare ad avere fino a 27 studenti, per cui se abbiamo 50 alunni si possono fare due classi, ma se sono 40 no. Ne consegue che gli alunni in esubero dovranno orientarsi su un’altra scuola. Se si tratta di scuole cittadine - prosegue il provveditore -, non ci sono grossi problemi in quanto la scelta è ampia; qualche difficoltà si può verificare nelle zone più disagiate, come valli o alta montagna. Vedremo se ci saranno disagi particolari e dove: lì dovremo evidentemente intervenire con le risorse a disposizione».
Gli insegnanti
Il tema poi non tocca solamente le famiglie, ma anche gli insegnanti che, se in fondo alle graduatorie d’istituto, potranno essere «perdenti posto». Su questo punto, però, riferiscono i sindacati, dovrebbe essere garantita loro quanto meno la certezza di conservare il posto di lavoro: «Dalle indicazioni ricevute nella riunione di un mese fa l’organico - riferisce Gregorio Musumeci della Gilda degli insegnanti - dovrebbe rimanere invariato. Il docente sovrannumerario perderà il ruolo dalla scuola in cui è in forza, ma sarà collocato da qualche altra parte».
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