Nadia Toffa, la sua vita da guerriera coraggiosa

La conduttrice bresciana non ce l'ha fatta in quella battaglia che aveva ingaggiato contro un male incurabile
La bresciana Nadia Toffa
La bresciana Nadia Toffa
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La «guerriera» si è arresa a quella bestia che aveva definito «il bastardo». Nadia Toffa non ce l'ha fatta in quella battaglia che aveva ingaggiato contro un male incurabile, che prima di ucciderla l'ha sfiancata senza però scalfirle il carattere. I funerali saranno venerdì 16 agosto alle 10.30 nel Duomo di Brescia, mentre la camera ardente sarà allestita dalle 17 di oggi al teatro Santa Chiara (orario continuato 9-20). Le esequie saranno celebrate da Padre Maurizio Patriciello, il parroco simbolo della lotta alla «Terra dei Fuochi».

 

E' MORTA NADIA TOFFA

 

«Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, che magari si spaventa un po' se lo guardi fisso negli occhi» ripeteva spesso Nadia. Aveva addirittura definito il cancro, nel libro autobiografico «Fiorire d'inverno» «un dono, un'occasione, una opportunità», parole che non le avevano risparmiato le critiche di orde di haters, gli odiatori di professione che riempiono i social. Lei invece - come hanno voluto ricordare i colleghi delle Iene - non ha mai odiato il «bastardo». «Sei stata in grado - si legge nel messaggio che annuncia la scomparsa - di perdonare l'imperdonabile».

Gli stessi haters che sul web nei mesi scorsi avevano diffuso la fake news sulla sua morte, alla quale lei aveva ribattuto prontamente.

Nata a Brescia il 10 giugno del 1979, dopo i primi passi mossi nelle tv locali, nel 2009 l'approdo alla trasmissione Le Iene. Da inviata si è occupata di truffe, ambiente, camorra, gioco d'azzardo. Proprio per raccontare la piaga della ludopatia e il business che fiorisce attorno, nel 2014 scriverà il libro «Quando il gioco si fa duro». Nel 2015 arriva la promozione alla conduzione della trasmissione. Ma all'apice del successo ecco che la vita le riserverà un tiro mancino. Il 2 dicembre 2017 un malore la colpisce in un albergo di Trieste.

Qualche mese dopo racconterà in tv, davanti al suo pubblico, l'inizio di una battaglia lunga e difficile contro una malattia che in questi anni si eè mostrata crudele e implacabile, ma nei confronti della quale Nadia Toffa, da vera «guerriera» ha lottato senza mai piegarsi e senza risparmio di energie. «All'inizio - racconterà - mi chiedevo perché proprio a me? Poi, dopo mesi, ho trasformato questa domanda in perché non a me? È il mio dolore e me lo devo portare. È una sfida che posso magari non vincere, ma devo combatterla mettendocela tutta. Vorrei dire alle persone di non mollare mai perché non sono sole».

Alla fine in quella crudele sfida Nadia Toffa ha dovuto arrendesi, anche se per i colleghi delle Iene non si tratta di una vera e propria sconfitta. «Forse ora qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te, non perde mai».

 

 

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