Mutui casa, i buoni esempi da copiare

Dalla Bcc bergamasca di Ghisalba e dal Collegio costruttori di Bergamo un accordo innovativo.
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E' un po' sempre la solita storia. Nelle cose bisogna crederci. Non che sia obbligatorio crederci. Ma se dici che ci credi, poi bisogna (bisognerebbe) muoversi di conseguenza.
Mettiamo il caso dell'edilizia. Sin qui ha rappresentato il motore dell'economia. Magari non rappresenterà il 25% del Pil, magari sarà solo il 20% o forse il 18%, che comunque restano percentuali che significano un quinto dell'economia. E allora, se così è, non si capisce perchè mai, attorno a questo 20% che sta morendo, non ci si dia da fare, non s'inventi qualcosa, si vada oltre - oltre! - le lamentazioni. Facciamo le lamentazioni, animiamo le giornate della collera e spingiamo sul Governo che verrà, ma - santo cielo - facciamo anche noi qualcosa. Noi - qui - a Brescia. Già: e che fare? Non abbiamo idee? Copiamole, andiamo ad imparare qualcosa da qualcuno che qualcosa ha fatto. Per esempio alla Bcc di Ghisalba.
Ghisalba non è in Svezia, sta qui, oltre l'Oglio, nella Bergamasca. E qui c'è una piccola banca: 9 filiali, 64 dipendenti, 3 mila soci.
E quelli della Bcc di Ghisalba e il Collegio dei costruttori bergamaschi hanno avuto un'idea. Questa: a chi compra casa da un'impresa cliente della banca, la banca arriverà a dare un mutuo fino al 100% del valore della casa (e fino a trent'anni), con tassi agevolati e costi del notaio ridotti. A firmare l'accordo (come l'Eco di Bergamo del 9 febbraio scorso evidenzia) il presidente della banca, Giuseppe Toccagni, e Ottorino Bettineschi, presidente dei costruttori bergamaschi.
Ovviamente la banca non ha deciso di diventare un'agenzia immobiliare. Più semplicemente - spiega il presidente Toccagni - si vorrebbe far ripartire l'erogazione dei mutui (da una parte) cercando di alleviare l'invenduto delle imprese (dall'altra parte).
Si è partiti da una sorta di mappatura delle imprese costruttrici clienti e dal loro portafoglio di immobili. Risultato: 300 appartamenti, 150 box, 70 ville e una ventina fra negozi e uffici. Chi fosse interessato a comprar qualcosa sa che può "attingere" a questo portafoglio di proposte.
L'accordo, anche se questo chiaramente non viene esplicitato, evidentemente può presentare qualche vantaggio per la banca. Cerco di immaginare il ragionamento.
Mettiamo che una banca sia esposta con un'impresa per 1 milione di euro. Anche se quell'impresa non ha ancora la febbre, il rischio che prenda l'influenza c'è se non riesce a vendere quei 5 appartamenti che da tre anni non vende. E a quel punto anche per la banca qualche problema si aprirebbe. E allora - come per l'influenza - meglio prevenire che, in questo caso, significa alleggerire dell'invenduto l'impresa e frazionare il rischio per la banca. Si può immaginare qualcosa di simile a Brescia? Forse sì. A quanto è dato sapere, Banco Brescia e Banca Valle stanno studiando qualcosa di analogo e comunque qualcosa che sblocchi credito al mercato immobiliare. Sarebbe bello se il tutto fosse annunciato al Meeting...
Gianni Bonfadini
g.bonfadini@giornaledibrescia.it

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