Multe record alle auto blu, bufera in Loggia

L'auto a disposizione di Paroli troppo veloce in autostrada, Equitalia vuole 21mila euro per il 2009/2010. Altri 38 casi nel 2011.
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Viaggi «istituzionali» e amministrativi, tragitti «verso l'aeroporto per andare a Roma in Parlamento». In tutto 13. Fatti tra il 2009 e il 2010 dal sindaco Adriano Paroli con le auto blu a disposizione della Loggia. Viaggi che costano ora 21mila euro in cartelle esattoriali di Equitalia. Perché gli autisti, in 29 casi rilevati dai tutor autostradali, andavano troppo veloci. Centocinquanta, centosessanta, centosettanta chilometri all'ora. Una volta anche oltre i 200 chilometri orari (in questo caso, però, senza il primo cittadino a bordo).

È la grana di palazzo Loggia. Un conto salato che comprende anche 18 sanzioni per omessa segnalazione del guidatore. In tutto 47 infrazioni, a cui se ne aggiungono altre 38 rilevate nel 2011 sempre per l'auto a disposizione del sindaco. Le ultime sono però ancora da pesare: il Comune non sa quanto valgano.

Chi paga? Per il momento la Loggia, che verrà poi risarcita da Paroli per i casi in cui era a bordo e dagli autisti, due dipendenti comunali, quando viaggiavano da soli. Questo per quanto riguarda le sanzioni base. Ci sono poi gli interessi pretesi da Equitalia. Il Comune chiederà alla Corte dei conti come comportarsi. Non è infatti imputabile al sindaco o ai due autisti il fatto che i verbali siano scaduti fino a diventare cartelle esattoriali. È proprio questo uno dei nodi critici della vicenda. Si cerca un responsabile tra funzionari o dirigenti per la sparizione delle multe. «Sconosciute» fino a quando l'erario ha bussato alla porta.

La storia è complessa, le voci a riguardo si rincorrevano da settimane. Il sindaco ha scelto di ricostruirla ieri con a fianco Triboldi. In sostanza, tra il 2009 e il 2011nel parco auto del Comune si succedono quattro auto di servizio per Paroli, cedute da concessionarie cittadine in comodato d'uso. Sono guidate da un agente della Locale, ufficiale di polizia giudiziaria, e da un dipendente con il riconoscimento prefettizio di «agente di pubblica sicurezza». In particolare, riferisce Triboldi, la maggior parte delle infrazioni va ricondotta all'agente della Locale. Era autorizzato all'uso del lampeggiante e lo teneva acceso. Avrebbe potuto provare a contestare i verbali adducendo motivazioni di servizio, ma non sapeva dell'esistenza delle multe. Le contestazioni arrivavano alle concessionarie che le giravano al Comune dove si incagliavano e si riscaldavano a fuoco lento. Ma nel 2012 arrivano nove cartelle di Equitalia e salta il coperchio. C'è un tentativo col prefetto Brassesco di ottenere la remissione in termini, ma - spiega la Loggia - va a vuoto. In altre prefetture alcune sanzioni vengono cancellate, a Brescia no.

Una parte di multe, meno di una decina, viene addebitata al vicesindaco Fabio Rolfi, il quale avrebbe già pagato. Restano le altre 47 riferite al sindaco, in attesa di capire il costo delle 38 del 2011. Paroli vuole farsene carico nei casi in cui è acclarato che fosse «a bordo - ribadisce - per motivi istituzionali».
Emanuele Galesi
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