Movida in Carmine, divieto di vendita di alcolici nelle notti di venerdì e sabato

La misura contenuta nell'ordinanza scatterà dal primo luglio e durerà 60 giorni: sarà valida dall'una alle 6
STOP ALL'ALCOL AL CARMINE
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A pochi giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione che addebitava ai Comuni l'obbligo di pagare i danni ai cittadini in caso di «movida nociva per la salute», l'Amministrazione di Brescia annuncia una nuova ordinanza per contenere il fenomeno.

Dal primo luglio 2023 sarà infatti attiva una misura che vieta la vendita e la somministrazione di alcolici dall'una alle 6 di sabato e domenica (quindi nella notte tra venerdì e sabato e tra sabato e domenica), nonchè la produzione e la vendita di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato. L'ordinanza, «per tutelare la tranquillità, il riposo dei residenti, l’ambiente urbano e il patrimonio culturale nelle zone del quartiere Carmine» spiega il Comune, durerà 60 giorni.

Le aree interessate

Il provvedimento riguarderà le attività presenti in via San Faustino tra via Porta Pile e contrada del Carmine, in via Porta Pile tra via Marsala e via S. Faustino, in via Fratelli Bandiera tra via Marsala e via Battaglie, in via Marsala tra Contrada del Carmine e via Porta Pile, in contrada del Carmine tra via S. Faustino e via Marsala, in via Nino Bixio e in via Battaglie tra via Porta Pile e via Elia Capriolo. I pubblici esercizi interessati dal provvedimento sono stati preventivamente avvisati

«Questa iniziativa - spiega la sindaca Laura Castelletti -, si è resa necessaria per trovare un equilibrio tra la vita notturna del quartiere e il diritto dei residenti al riposo e alla tranquillità. Purtroppo, le misure finora messe in campo, come ad esempio l’attività degli street tutor, che ha comunque avuto un riflesso positivo, non sono risultate sufficienti per garantire una serena e civile convivenza tra i cittadini residenti e le attività economiche. L’ordinanza è un passaggio che ci deve avvicinare a questo obiettivo, ma va inserita in un contesto più ampio di analisi del fenomeno».

E continua: «La geografia della vita notturna è molto cambiata in questi anni e non è più ascrivibile a un solo quartiere o ad aree limitate Gli eventi di Capitale della Cultura, l’aumento degli studenti universitari e dei giovani, il dinamismo della nostra città in diversi ambiti hanno inevitabilmente portato con sé una maggiore vivacità, anche serale e notturna, degli spazi urbani. Questo è di per sé un aspetto positivo, che va però coniugato con le esigenze di chi questi spazi li abita. Esiste un diritto al divertimento, così come esiste un diritto al riposo, dobbiamo trovare la formula che li garantisca entrambi».

L'ex presidente del Consiglio di quartiere

«La vicenda giudiziaria del 2012 contro l’amministrazione Paroli-Rolfi, sommata ad alcune persone che periodicamente dichiarano di voler far causa all’amministrazione comunale, hanno costretto l'amministrazione a prendere un provvedimento restrittivo - ha commentanto in una note l'ex presidente del Consiglio di quartiere Centro storico Nord, Francesco Catalano -. Il provvedimento è stato generato in quanto questo manipolo di persone, grazie alla propria disponibilità economica e alla professione che le colloca negli alti gradini della scala sociale, ha costruito una campagna allarmistica, piena di inesattezze e falsità. Una campagna che ha trovato visibilità grazie alla loro condizione sociale ed economica, ed anche grazie ad alcuni "haters" dei social media che hanno trasformano singoli episodi sporadici di cronaca in immaginario tossico di realtà quotidiana, che è diventa reale per molte persone che non conoscono ciò che avviene realmente in quartiere. Queste persone rappresentano solo loro stesse, pochi amici e parenti, come dimostrato dalle ultime elezioni comunali».

«Resta l’amaro in bocca in questa vicenda, perché, ancora una volta, chi ha più disponibilità economica, chi ha posizioni riconosciute dominanti nella società è riuscito ad imporre la propria visione nei tribunali e sui media, anche se è stato più volte delegittimato quando la popolazione ha espresso le sue preferenze con le scelte elettorali - conclude Catalano -. La reale rappresentanza istituzionale dei residenti, il Consiglio di Quartiere, ha più volte segnalato, incontrato enti e istituzioni preposte alla risoluzione dei problemi, e richiesto incontri a tutti i livelli per eliminare i disagi che subiscono gli abitanti e le attività economiche». 

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