Motorizzazione, i guai causati dai ritardi del Documento unico
«I problemi li conosciamo tutti perché gravano sulla pelle delle imprese e incidono sui profitti, ma sono le soluzioni che non ci è dato conoscere. Il Documento unico doveva semplificare le cose invece per le imprese di autotrasporto rappresenta un ulteriore onere dopo anni di recessione e rincari».
Giuseppina Mussetola della Fai non nasconde il malumore del mondo dell’autotrasporto: «Chi compera un mezzo nuovo si trova che dopo 45 giorni non riesce ad ottenere dalla Motorizzazione il "propedeutico" (il certificato sostitutivo rilasciato dall’Umc) e quindi in agenzia - anche in quella della nostra Fai - non si riesce a farsi stampare il Documento unico e quindi non si può circolare. Nel frattempo, a camion fermi dobbiamo pagare subito i 2mila euro delle pratiche di immatricolazione (prima il saldo era a 60 giorni, dopo due mesi di lavoro, quindi) con un costo per il fermo di 500 euro al giorno, e abbiamo soci a cui sono arrivate due rate da pagare del leasing. Imprese che hanno assunto nel frattempo autisti per i mezzi nuovi e che devono stipendiare pur se non viaggiano. Sino a quando le nostre imprese sopporteranno questi disagi a fronte poi di tutti i rincari?».
Le agenzie
La denuncia della Segretaria Provinciale della Fai è parallela a quella delle agenzie di pratiche automobilistiche: «Il Du è affossato da problema di natura tecnica che il Ministero in questi mesi non ha voluto affrontare. Da mesi chiediamo al Ministero dei Trasporti un processo di semplificazione del software, attualmente molto articolato. Il software del Du è frutto di due sistemi differenti, due programmi - quello di Aci e quello del Ministero - che sono nati diversi, e su cui occorre più tempo per gli uffici preposti, ed ecco il perché delle varie proroghe e alla fine l’empasse di questi mesi», spiegano.
L’altra faccia della medaglia è data dalla Motorizzazione: «Il rapporto con le agenzie spesso è difficile perché i professionisti si rivolgono allo sportello con procedure sbagliate o pratiche incomplete, non tollerabili da prestatori di servizio autorizzati. Loro forniscono servizi all’utenza a pagamento, pratiche che poi gravano sul nostro lavoro dietro gli sportelli. Molte di queste pratiche sono irricevibili, per imprecisioni mai risolte e questo complica le risposte e allunga i tempi di validazione e autorizzazione». La replica dalle agenzie è immediata: «I dipendenti sono spesso sgarbati, non rispondono al telefono e se lo fanno alle mail lo fanno talvolta con toni piccati e non firmandosi. Ma dobbiamo rivolgerci alla Motorizzazione per forza di cose, per cui serve di armarsi di santa pazienza».
I problemi
Il nodo resta quello del personale: «Siamo sotto pianta organica da anni e effettivamente abbiamo problemi di software. Il sistema non dialoga col Pra e richiede per ogni pagina di ricompilare tutte le finché coi dati. Ma questo è e questo dobbiamo usare...» conferma da via Grandi il direttore Francesco Greco. Sull’ipotesi di integrare personale (come già accaduto in passato) dalla Provincia, l’ente declina la possibilità di impiegarli ai terminali: «Le norme non consentono l’accesso agli archivi. Abbiamo preso personale da graduatorie ma tutte le volte questi si sono rifiutati di venire in Motorizzazione».
Sull’ipotesi di impiegare i dipendenti in pensione dell’Umc (prevista dalla Finanziaria) a Milano hanno accolto l’invito solo tre persone per esami della patente e revisioni. Un’iniziativa bellamente fallita. Sullo sfondo resta anche il tentativo della politica di scardinare il sistema della Motorizzazione, ma forse non quello del Pra: non a caso ieri si è svolta l’audizione in commissione Trasporti della Camera del direttore generale della Motorizzazione e non di un sottosegretario o del Ministro. E tra strali e critiche al «sistema» si è deciso di rimandare alla prossima settimana «per avere delle risposte sul da farsi e agire».
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