Moto e guida sicura, i 5 punti chiave secondo il campione bresciano Migliorati
L'autodromo è un conto. La strada tutta un'altra cosa. Lo sa bene il bresciano Cristiano Migliorati, ex motociclista e campione delle due ruote, ancor oggi tecnico per una squadra di Superbike. Nel 2004 ha vinto il campionato italiano Supersport. Insomma, uno che la moto la conosce come pochi. La strada è stata la sua casa per tanto tempo, ma oggi preferisce viverla in altro modo, tanto da arrivare al paradosso: «Non vado in moto dal 1987». Sottinteso, in strada, dove i pericoli sono diversi dalla pista, ma certo non meno numerosi.
A fronte dei numerosi incidenti degli ultimi giorni in cui hanno perso la vita cinque motociclisti, abbiamo chiesto a Migliorati quali siano a suo giudizio i cinque elementi fondamentali di cui tenere conto quando si viaggia in moto. Ecco le sue risposte.
- «Innanzitutto, il fatto di adottare una guida per ciclo urbano, non una guida d'autodromo, perché la strada non è un circuito»
- «Ovviamente rispettare il Codice della Strada»
- «Rispettare gli automobilisti, perché talvolta non si accorgono dei motociclisti, considerati gli utenti più deboli.
- Poi direi adottare un abbigliamento adeguato alla guida della moto, quindi ok per il casco obbligatorio, il paraschiena, piuttosto che i guanti. Tutto questo per adottare un sistema di guida più sicuro»
- «Anche l’aiuto dei Comuni è importante, non voglio puntare il dito contro nessuno, ma se la segnaletica ci aiutasse un pochino nell’evidenziare i cordoli, e nell’avere degli spazi visivi un pochino più ampi, questo aiuterebbe il motociclista»
Migliorati ha poi fatto una riflessione sulle regole che sono oggi in vigore, e di come queste possano influenzare il modo in cui viviamo la strada. «Mio figlio è nato nel 2003. Appena è diventato maggiorenne ha preso subito la patente per la macchina, e oggi con la patente di tipo B si può guidare automaticamente anche uno scooter da cilindrata 125, anche se non si ha mai guidato su due ruote». Questa possibilità è valida solo in Italia, e non negli altri Paesi europei. In questi tempi in cui si parla di riforma del Codice della Strada, anche un aspetto come questo sarebbe da valutare.
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