Morto dopo la lite, figlio accusato di omicidio preterintenzionale

Il sostituto procuratore Alessio Bernardi ha chiuso le indagini a carico di Alberto Andreoli, il 50enne accusato dell’omicidio del padre Vittorio
  • Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita
    Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita
  • Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita
    Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita
  • Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
    Castel Mella, la corte in cui viveva il 67enne trovato senza vita
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L’ultima di una lunga serie di litigi la sera del 31 gennaio scorso finì nella tragedia che prossimamente sarà tema di processo. Il sostituto procuratore Alessio Bernardi infatti ha chiuso le indagini a carico di Alberto Andreoli, il 50enne accusato dell’omicidio preterintenzionale del padre Vittorio, la sera del 31 gennaio scorso, e si appresta a chiedere il suo rinvio a giudizio.

Il cuore di Vittorio Andreoli, 67enne di casa in una corte di Castel Mella, quella sera non resistette alle percosse, alle botte, agli insulti scagliati dal figlio Alberto. Cedette di schianto mettendo fine alla sua esistenza e al rapporto conflittuale con il figlio che quella sera avrebbe dovuto essere nella sua abitazione di Torbole Casaglia, dove si trovava ai domiciliari per spaccio di droga.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti la lite sarebbe scattata non appena i due si trovarono uno di fronte all’altro. Il diluvio di insulti e minacce nel giro di pochi minuti si sarebbe trasformato in un’aggressione fisica. Alberto si sarebbe scagliato contro il padre: non gli avrebbe risparmiato spintoni e forse nemmeno qualche schiaffo. Nulla in grado di uccidere, non direttamente almeno. Nella concitazione del momento, però, il cuore di Vittorio Andreoli cedette ugualmente. L’uomo cercò di rifugiarsi in bagno, per sottrarsi alla furia del figlio; qui accusò il malore che non gli diede scampo.

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