Morto dopo AstraZeneca, la sorella: «Vogliamo risposte»
Il dolore, la rabbia e tanti interrogativi. «La nostra convinzione è che purtroppo il vaccino abbia causato tutti questi eventi e lo abbia portato alla morte». In attesa delle risposte dagli esami effettuati dopo il decesso, la famiglia di Gianluca Masserdotti non ha dubbi sulla correlazione tra il vaccino e la morte in seguito a trombosi del 54enne di Flero, avvenuta 12 giorni dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca. «Mio fratello era sano. Non aveva patologie e nessun tipo di problema» assicura la sorella Sonia.
La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta, senza indagati, su segnalazione degli Spedali Civili dove l'uomo, carrozziere di professione, era stato trasferito dalla Poliambulanza quando già era stata dichiarata la morte cerebrale. Padre di due figli - un ragazzo di 20 anni e una ragazza di 26 - era stato vaccinato il 29 maggio. Venerdì 4 giugno accusa i primi sintomi con febbre alta, domenica 6 il malore mentre era in casa con la compagna. «Ha avuto un'ischemia. Subito lo abbiamo portato in ospedale e un volta in Poliambulanza i medici riconoscono la gravità della situazione e la presenza di un trombo» ricostruisce Sonia, la sorella del 54enne.
«I medici hanno agito subito attraverso un'angiografia per aspirare questo trombo ed è andato tutto bene, tanto che nell'arco di poche ore lui si è svegliato ed è riuscito a riconoscere alcune persone. Sembrava che la cosa fosse abbastanza sotto controllo seppur comunque ancora grave, ma il giorno successivo il quadro peggiora, viene nuovamente operato nel tentativo di ridurre la pressione del trombo sul cervello. Poi mio fratello - conclude - è andato in coma ed è deceduto».Giovedì, 24 ore dopo la morte cerebrale, i medici del Civile di Brescia hanno dichiarato il decesso di Gianluca Masserdotti. «Abbiamo potuto donare solamente fegato e reni perché - raccontano i familiari - gli altri organi erano compromessi dai trombi». Dopo il nullaosta della magistratura è stata allestita la camera ardente e lunedì saranno celebrati i funerali. «Non vogliamo niente. Vogliamo soltanto delle risposte. Vogliamo capire perché siamo arrivati a questo punto, perché - si chiedono la sorella, la compagna e i figli di Masserdotti - a un uomo di 54 anni è stato fatto AstraZeneca».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato