Morti sul lavoro, dimezzate in 5 anni

Gli infortuni mortali sul lavoro si sono quasi dimezzati, passando dai 17 del 2006 ai nove rilevati nel 2010. Nei primi sette mesi del 2011 è confermata la tendenza in calo. Lo stesso per gli infortuni gravi: dal 2008 al 2010 sono passati da 1933 a 1073, sostanzialmente dimezzati. Stesse caratteristiche di diminuzione anche per i primi sette mesi dell'anno in corso.
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Gli infortuni mortali sul lavoro si sono quasi dimezzati, passando dai 17 del 2006 ai nove rilevati nel 2010. Nei primi sette mesi del 2011 è confermata la tendenza in calo. Lo stesso per gli infortuni gravi: dal 2008 al 2010 sono passati da 1933 a 1073, sostanzialmente dimezzati. Stesse caratteristiche di diminuzione anche per i primi sette mesi dell'anno in corso.

I dati, illustrati dal direttore generale dell'Asl di Brescia, Carmelo Scarcella e da quello sanitario, Francesco Vassallo, possono essere analizzati con differenti chiavi di lettura. Una, su tutte, è da ricondursi alla crisi economico-finanziaria che ha ridotto in modo significativo le ore di lavoro, soprattutto dei terzisti. «La mancanza di disponibilità dei dati sulle ore lavorate non consente di effettuare un'analisi in relazione all'effettiva attività lavorativa svolta, in particolare nel 2010 e nel 2011, e richiede pertanto prudenza nell'interpretazione dei numeri» ha sottolineato, al proposito, Carmelo Scarcella.

Un'altra chiave di lettura, invece, potrebbe essere ricondotta al numero di controlli effettuati dall'Asl. Solo nel 2010 sono stati 11.554, con il coinvolgimento di 5.203 attività economiche (i controlli vengono effettuati dal Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro). «Il nostro obiettivo è il guadagno di salute dei lavoratori - ha aggiunto il direttore generale -. Cerchiamo di raggiungerlo aumentando l'attività ispettiva ma, anche, quelle di prevenzione e di formazione». A tal proposito, l'Asl di Brescia - come ha aggiunto anche Vassallo - sta attuando il «Piano regionale 2011-2013 per la promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro» che prevede di continuare le azioni che favoriscano la diminuzione degli infortuni mortali e gravi per raggiungere l'obiettivo europeo della riduzione del 25% nel 2012 rispetto al 2007, a cui si aggiunge l'ulteriore obiettivo di diminuire del 15% entro il 2013 quelli gravi e che hanno come conseguenza l'invalidità.

I luoghi di lavoro in cui ancora si muore, o ci si ferisce gravemente, sono le industrie dei metalli, le costruzioni e l'agricoltura. Nel dettaglio, dai dati forniti dall'Asl, emerge che nel 2010 gli infortuni gravi nell'industria dei metalli (compresa quella metalmeccanica) pesano per il 29.1% sul totale di quelli gravi (nel 2006 erano il 25.8% e nel primo semestre 2011 il 25.1%); gli infortuni nell'edilizia pesano, invece, per il 14.1% sul totale (nel 2006 erano l'11.9% e nei primi sei mesi dell'anno in corso hanno pesato nella misura del 9.5%). Nel settore agricolo, invece, nel 2010 gli infortuni gravi sono stati il 10.3% del totale, mentre nel 2006 erano il 7.3% e nel primo semestre 2011 il 6.9%. Nei tre settori insieme si verifica il 53% del totale degli infortuni nel luogo di lavoro.

 

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