«Morte di Sana Cheema, liberi il padre e il fratello»

Il racconto di un amico della venticinquenne Sana Cheema: «La sua morte è stata archiviata come infarto, in Pakistan non c’è giustizia»
Una foto della giovane Sana Cheema tratta dal suo profilo Instagram - © www.giornaledibrescia.it
Una foto della giovane Sana Cheema tratta dal suo profilo Instagram - © www.giornaledibrescia.it
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«Dal Pakistan ci è stato detto che la vicenda è stata chiusa come morte per infarto e che il padre e il fratello di Sana sono tornati a casa».

Lo ha riferito un amico della 25enne di origini pakistane, Sana Cheema, residente fino ai mesi scorsi a Brescia e morta in patria dove la famiglia voleva farla sposare con un matrimonio combinato. 

«In Pakistan non c'è giustizia e tutti gli abitanti del villaggio dove vive la famiglia di Sana è convinto che i familiari siano innocenti», ha riferito l'amico della giovane, residente nello stesso quartiere a Brescia e in contatto con parenti che vivono nello stesso distretto della famiglia Cheema in Pakistan.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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