Morte di Francesca Manfredi: «Nessun dubbio sulle colpe di chi iniettò la dose fatale»
I giudici della Corte d'Assiste motivano nella sentenza la condanna di Paloschi: «Sapeva che avrebbe potuto provocarle effetto lesivo»
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Francesca Manfredi aveva 24 anni - © www.giornaledibrescia.it
Un ribaltone giudiziario motivato in 53 pagine: «Questa corte non ritiene che vi siano elementi fattuali e giuridici per discostarsi dal consolidato indirizzo seguito dalla Cassazione, secondo il quale risponde di omicidio preterintenzionale "colui che inietti ad una persona per via endovenosa sostanze stupefacenti cagionandone la morte, a nulla rilevando il consenso a farsi iniettare la droga"». Lo scrivono i giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia nella sentenza di condanna a sette a
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