Morte del pittore Tramonta, la figlia Anna: «Vogliamo la verità»

Aperta un’inchiesta dopo la denuncia dei parenti contro un’équipe del Civile
L'artista Piero Tramonta aveva 72 anni Foto © www.giornaledibrescia.it
L'artista Piero Tramonta aveva 72 anni Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sconvolti per la morte improvvisa di un uomo che, fino a dicembre, sarebbe stato in perfetta forma. Ma anche lucidi e determinati per capire cosa sia accaduto nei due mesi e mezzo di degenza in ospedale in cui, a loro dire, un uomo sportivo e in salute è precipitato in una spirale di peggioramenti tra interventi chirurgici, trasferimenti di reparto e terapie invasive fino al decesso. «Vogliamo sapere cosa è successo. Per questo abbiamo presentato una denuncia» si sfoga Anna Tramonta.

È la figlia del pittore originario di Bovezzo Piero Tramonta, morto a 72 anni, dopo un lungo ricovero al Civile dal primo gennaio al 17 marzo. La sera stessa in cui Tramonta è deceduto la moglie Maria e i due figli Luca e Anna si sono presentati in caserma a Nave dai Carabinieri e, assistiti dall'avvocato Alberto Scapaticci, hanno sporto denuncia contro i medici del reparto di cardiochirurgia che hanno avuto in cura il loro familiare. «Il papà stava bene, ha giocato a tennis tutti i giorni fino alla settimana prima del ricovero, quando non era sul campo era a piedi sulle colline della nostra zona. Lo ho accompagnato io in ospedale e fino alla prima operazione era il solito, guardava partite sul tablet e aspettava di tornare a casa». Poi è iniziato il calvario che ha portato al decesso.

«Vogliamo capire cosa è successo, se era necessario che un uomo che stava bene fosse sottoposto a tutte quelle terapie e operazioni e perché c’è stato quel peggioramento» spiega Anna Tramonta. Il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo ha sequestrato le cartelle cliniche e disposto l’autopsia, eseguita il 20 marzo. Per i risultati ci vorranno 90 giorni. «Voglio concentrarmi - prosegue la figlia del pittore Tramonta - in maniera lucida sui fatti, mettere in fila le cose che sono successe per ragionare e capire, non voglio in questo momento pensare a come si è sentito papà giorno dopo giorno. Non ne avrei la forza». Ora la donna ha la necessità di sapere. «Abbiamo deciso di presentare denuncia perché non ci è stato spiegato quello che stava succedendo, ci sono state date informazioni contraddittorie. Medici e infermieri ci hanno detto che papà migliorava, che era fuori pericolo e invece peggiorava». Ma non solo. «Abbiamo ricevuto una lettera anonima che ci spiegava che erano stati fatti gravi errori su mio padre e venivamo invitati a denunciare». Aspetto che la famiglia ha fatto verbalizzare nella denuncia. Nello stesso atto i familiari di Piero Tramonta spiegano che poche ore dopo il decesso sono stati contattati dalla medicina legale «che ci chiedeva se data la lunga degenza avessimo cose da segnalare sul decesso del papà e che nel caso avremmo dovuto sporgere denuncia ai carabinieri. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto».

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