Morta di meningite, la mamma: «Era un angelo, ora voglio verità»
Un dolore impossibile da descrivere. «Non riesco ancora a rendermi conto che mia figlia non sia qui con me a tavola e che non tornerà più a casa». Sono parole che lasciano senza fiato e hanno l’effetto di un pugno nello stomaco quelle di mamma Deborah, che ha assistito impotente alla morte della figlia Veronica Cadei, di soli 19 anni, stroncata da una meningite fulminante. Una morte per la quale ora è stata aperta un'inchiesta, che vede indagate sette persone.
Andiamo con ordine, cosa è successo lunedì?
«Veronica mi ha telefonato dicendo che non stava bene. Poi nel pomeriggio mi ha detto che preferiva farsi accompagnare in Pronto soccorso perché sentiva di avere la febbre alta e avvertiva male al collo. Dalla Cattolica al Civile sono pochi minuti e le ho detto che faceva bene a farsi vedere».
Che cosa le avevano detto i medici?
«La sera di lunedì mi hanno detto che era una gastroenterite acuta e che l’avrebbero tenuta in osservazione la notte per idratarla perché comunque dal pomeriggio non aveva più bevuto nulla»
Ora cosa chiedete?
«Adesso è saltato fuori che era una meningite fulminante dopo che nel pomeriggio era stato fatto il prelievo del midollo e il liquido era chiaro, segno - ci è stato detto - che non era meningite. Vedremo ora con le indagini. Io voglio solo sapere se è stato fatto tutto, se c’era la possibilità che mia figlia si salvasse o se era destino che Veronica morisse a 19 anni».
L'intervista completa è sul Giornale di Brescia in edicola oggi, giovedì 5 dicembre, scaricabile anche in formato digitale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato