Morta bruciata, i reperti inviati ai Ris di Parma

L'autopsia conferma che la donna è morta a causa delle ustioni riportate dopo l’incendio. Parola ai Ris
L'appartamento al settimo piano di una palazzina in via Tiboni, in città, era stato sottoposto a sequestro - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'appartamento al settimo piano di una palazzina in via Tiboni, in città, era stato sottoposto a sequestro - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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L’autopsia per ora ha restituito una sola certezza. Che era già evidente. Mina Safine, 45enne di origini marocchine, è morta a causa delle ustioni riportate dopo l’incendio che ha avvolto il suo corpo nella casa dove abitava con il marito in via Tiboni in città. Il perito nominato dalla Procura di Brescia non è però stato in grado, con gli elementi attuali, di poter stabilire se sia stata la donna, deceduta all’ospedale di Genova una settimana dopo il ricovero, a cospargersi di liquido infiammabile per poi darsi fuoco o se, come pensa chi indaga, la responsabilità è del marito, il 55enne Abderrahim Senbel, piantonato in ospedale con l’accusa di omicidio volontario.

Il sostituto procuratore Kati Bressanelli ha disposto il trasferimento dei reperti ai Ris di Parma, che dovranno, in base al tipo di ustioni riscontrate e alle zone del corpo raggiunte dalle fiamme, chiarire la dinamica di quanto accaduto due settimane fa nell’appartamento all’ultimo piano di un palazzo di Urago Mella dove la coppia, senza figli, viveva da un paio di anni.

 

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