Morgano in Tribunale contro la revoca A2A
Luigi Morgano chiama in causa A2A e chiede un risarcimento contro la revoca dell’incarico di vicepresidente del Consiglio di gestione della multiutility deciso nel 2009 - cioè due anni prima della scadenza naturale - dal Comune di Brescia guidato dal sindaco Paroli. Il procedimento è incardinato da circa due anni davanti al Tribunale di Brescia. «La mia è una scelta di coerenza - spiega l’ex vicesindaco di Corsini, da noi contattato -. Ho ritenuto di tutelare la mia onorabilità per il modo in cui maturò quella revoca e per l’insosteniblità delle ragioni che vennero addotte a giustificazione della scelta».
La causa intentata da Morgano trova analogia con la vicenda giudiziaria - che molto aveva fatto discutere in città - che ha visto protagonista l’ex presidente di Asm e del Consiglio di sorveglianza di A2A, Renzo Capra. Nel dicembre scorso il Tribunale di Brescia aveva condannato A2A a risarcire Capra per un milione di euro dichiarando illegittima la revoca del 2009, che i Comuni di Brescia e di Milano avevano motivato col «venir meno del rapporto fiduciario» con gli amministratori della multiutility. Il giudice Sabbadini aveva invece sostenuto che «trattandosi di una società quotata in Borsa e non di un organismo politico, deve escludersi che il cambio di maggioranza nell’ente socio possa di per sé giustificare la revoca degli amministratori». Quella sentenza è oggi impugnata in appello da A2A.
Non risultano al momento cause intentate dagli altri bresciani che sedevano nel Cds con Capra: Buizza, Mistretta e Rizzardi.
Massimo Lanzini
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