Monumento alle vittime del Covid: «L'umanità impotente davanti al male»
L'umanità impotente davanti al male, rappresentata da dodici figure, sei uomini e sei donne, tutte persone vicine all'artista ritratte dal vero; e l'Adamo ed Eva cacciato dal Paradiso ispirati alle figure dipinte da Masaccio nella cappella Brancacci di Firenze. Così lo scultore bresciano Giuseppe Bergomi ha voluto raffigurare la tragedia della pandemia, nel monumento alle vittime del Covid che inaugurato ufficialmente oggi pomeriggio al Vantiniano.
Un monumento poco monumentale, sovrastato dal grande cedro deodara lungo il viale d'accesso, anche a simboleggiare la fragilità dell'uomo. «Ho voluto fare un monumento per i vivi, secondo il linguaggio che mi appartiene - ha spiegato l'autore - chiedendo ad amici di posare nudi, a capo chino, proprio come il Covid ha lasciato ognuno di noi, senza difesa. Davanti a loro, come un satellite, Adamo ed Eva, a segnare l'immissione nella nostra vita del peccato, della solitudine, del senso di colpa».
A commentare l'opera, stamattina alla presentazione stampa, c’era anche Vittorio Sgarbi, presente - ha sottolineato - per amicizia con l'artista, per il valore della sua opera e per ringraziare la comunità che l'ha voluta. Lo storico dell’arte, che pochi giorni fa era stato in visita a Verolanuova per la mostra Tiepolo scomposto, ha ricordato «il delitto di chi ha impedito che durante la pandemia si potessero visitare e salutare i propri cari», leggendo nelle sue figure i sopravvissuti ai morti, «morti in vita davanti ai beati nella morte».
L'assessore Valter Muchetti ha ricostruito l'origine del progetto, per cui «abbiamo voluto un artista bresciano». «Il Covid è stato una cesura netta, tanti non hanno potuto nemmeno salutare i propri cari. O con quest'opera da toccare proviamo a ricucire quello che abbiamo perso».
Nel pomeriggio l’inaugurazione ufficiale del monumento, in seno alla commemorazione delle vittime del Covid. Presenti il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, l’assessore alla rigenerazioneValter Muchetti, il vescovo monsignor Pierantonio Tremolada e il rettore dell’Università degli Studi di Brescia Francesco Castelli. Al termine, momento musicale con la Banda cittadina di Brescia «Isidoro Capitanio».
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