Mons. Peroni da cerimoniere a missionario
La sera del 13 marzo 2013, prima del neoeletto papa Francesco, sulla loggia delle benedizione della basilica di San Pietro, è uscito lui con una grande croce tra le mani: mons. Vincenzo Peroni, appunto cerimoniere pontificio, domenica terminerà il suo impegno all’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Vaticano è andrà missionario in Terra Santa.
Una scelta di vita che colpisce soltanto chi non conosce il sacerdote bresciano (è originario del Villaggio Sereno in città): il suo legame con la terra natale di Gesù è profondissimo e lo è da molto tempo. Una scelta quindi maturata negli anni e che ora si può compiere pienamente.
Classe 1969, mons. Vincenzo è persona di poche parole, riservatissimo, umile (quando torna a casa si fa chiamare sempre e solo don Vincenzo: «Il monsignore lo lascio a Roma», aggiunge sempre con un sorriso); ha ricoperto il ruolo di cerimoniere pontificio con lo straordinario impegno con cui ha sempre affrontato i suoi impegni pastorali. È stato curato prima a Sarezzo (dal 1994 al 1999) e a Manerbio (dal 1999 al 2008): due comunità che ancora lo ricordano con grande affetto. Nel 2009, con mons. Luciano Monari alla guida della Diocesi, diventa cerimoniere vescovile; l’anno successivo il passaggio in Vaticano: prima come addetto di Segreteria presso l’Ufficio delle celebrazioni del Pontefice, dal 2012 diventa cerimoniere pontificio.
Dal 2010 sono quindi passati 10 anni e, in base alle nuove indicazioni date dai suoi superiori (che prevedono per gli officiali sacerdoti solo due quinquenni consecutivi di assunzione in Santa Sede) si conclude il suo incarico: la data ufficialmente di conclusione è domenica prossima, 4 ottobre. Presto quindi il nuovo impegno, in accordo con il vescovo Pierantonio Tremolada, vivrà i prossimi anni come sacerdote «fidei donum» (come missionario) in servizio alla Custodia dell’amata Terra Santa a Gerusalemme.
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