«Miramonti» in vetta, esordio boom per «Lido 84»

Philippe Léveillé conferma ancora una volta il primato a Brescia, ma la sorpresa è l’affermazione del nuovo ristorante di Gardone
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In vetta, solitario, intangibile con «2 cappelli» e l’eccellenza dei 17,5/20 resta Il «Miramonti l’Altro», a conferma che i nuovi impegni di Philippe Léveillé, con «L’Altro» di Hong Kong e il ruolo di giudice a Canale 5 per «The Chef 2», non hanno intaccato la bontà della cucina di casa Piscini.

Ma dietro l’icona del gusto di Concesio, si va affermando una schiera di cuochi di salda cultura gastronomica ed estrosa creatività che testimoniano la tenuta e, anzi, la crescita della ristorazione bresciana in una stagione per nulla facile.

Questa la prima immagine che esce dalle pagine dell’edizione 2015 della «Guida ai ristoranti d’Italia» dell’Espresso, presentata ieri mattina alla Stazione Leopolda di Firenze. Una crescita evidente che, a parere della pattuglia di critici guidata da Enzo Vizzari, si sostanzia innanzitutto nell’autentico exploit di Riccardo Camanini e del suo nuovissimo ristorante di Gardone Riviera, il «Lido 84», che esordisce a pochi mesi dall’apertura con i «2 cappelli» e un 17/20 tondo tondo. Ovvero esattamente lo stesso voto che lo chef aveva conquistato negli ultimi anni a Villa Fiordaliso, il relais dei Tosetti, dove peraltro un nuovo cuoco con una giovane e motivata brigata ottiene un ottimo 16/20.

A fianco di Camanini per un podio tutto gardesano a 17/20, c’è la conferma di Stefano Baiocco chef di «Villa Feltrinelli» a Gargnano, mentre le posizioni apicali della classifica nel Bresciano si completano con il 16,5 del «Gambero» di Calvisano, tempio riconosciuto d’una moderna rilettura della cucina di tradizione padana.

Scorrendo la classifica si può trovare un’ulteriore conferma della valutazione complessivamente positiva delle tavole bresciane, dal momento che il numero dei ristoranti segnalati (con o senza l’espressione in ventesimi, ché per l’Espresso già la recensione vale una precisa distinzione d’eccellenza nel panorama nazionale) è rimasto pressocché invariato rispetto all’anno scorso, con più d’un significativo incremento dei voti.

Così, ad esempio, la pattuglia dei ristoranti con un «cappello» vede crescere a 16/20 la valutazione della cucina di Stefano Cerveni al «Due Colombe» di Corte Franca, nonché la conferma con il medesimo punteggio di Giuliana Germiniasi del «Capriccio» di Manerba e di Vittorio Fusari della «Dispensa» di Adro.

Tra le molte conferme a quota 15,5/20 merita un plauso Gionata Bignotti della «Rucola» di Sirmione, così come va sottolineato l’apprezzamento più consistente a quota 15/20 della «Grande Limonaia» del «Lefay Resort» di Gargnano, sotto la guida ormai rodata di Matteo Maenza, ma pure l’altrettanto splendido incremento di Diego Papa al «Gaudio» di Barbariga. Di rilievo infine (ma ogni ristorante in lista merita un encomio) anche l’ingresso a 14,5/20 di Fabrizio Abbattista, cui è toccato il non semplice compito di sostituire Gualtiero Marchesi all’Albereta di Erbusco con il suo «Leone Felice», e quello, con identico punteggio, della Locanda del Benaco di Salò e di Tentazioni di Pisogne.

 

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