MilleChitarre in scena a San Polo: gli accordi girano anche in periferia
L’esperimento ha funzionato. MilleChitarre a San Polo è stato un successo. In tanti nei giardini intitolati a Maria Montessori si sono ritrovati per un pomeriggio all’insegna della serenità e del divertimento, condividendo la stessa passione per le sette note e il bel canto, intonando ora con lo strumento ora con la voce, brani evergreen come «C’era un ragazzo che come me» di Morandi e «Il Pescatore» di De Andrè e motivetti orecchiabili dei giorni nostri come «La dolce vita» di Fedez, per concludere con l’intramontabile «Canzone del sole» di Battisti.
Gli organizzatori - Isaia Mori e Antonio D’Alessandro insieme a Comune, Cdq San Polo Cimabue, Palcogiovani, Acli di San Polo, Parrocchia e altre realtà del quartiere - hanno quindi vinto la sfida, la scommessa di trasferire l’appuntamento che per otto anni s’è tenuto in piazza Loggia nello spazio antistante la fermata della Metro Cimabue, con la Maddalena come sfondo. «Per valorizzare un quartiere - spiega Mori - che magari non è famoso, ma che ha location belle e poco sfruttate. E l’idea è poi quella di fare un tour per tutti i quartieri».
All’appuntamento si erano iscritti in 476 e alcuni chitarristi sono arrivati anche dal Molise, dalla Calabria e da Milano. Luca invece è giunto da Gussago: «Da ragazzo - racconta - suonavo in chiesa, adesso lo faccio per divertirmi. Apprezzo la scelta di portare la musica nelle periferie, sarà più difficile ma è più edificante». Accanto a lui un ragazzo più giovane, Giuseppe, affiancato dalla fidanzata che tiene gli spartiti per non farli volare via con il vento, confida di «aver iniziato da poco a suonare, ma sono un allievo di D’Alessandro e ho voluto esserci». E come lui in tanti non hanno voluto mancare, ora seduti su una coperta con a fianco il proprio cagnolino, ora appoggiati al muretto di una recinzione o seduti sulle sedie messe a disposizione dal Comune.
Una splendida chiusura delle iniziative promosse dal Cdq guidato da Fabio Basile, ben riuscite «grazie alla collaborazione con le tante realtà che operano in questo quartiere e ai legami che come Cdq in otto anni siamo riusciti a stringere». Dal palco don Filippo e don Umberto hanno lanciato una richiesta: «Cerchiamo dieci chitarristi per la domenica mattina»; il loro appello di sicuro non cadrà nel vuoto. Infine una nota: il maestro D’Alessandro ha voluto rivolgere un pensiero al rapper russo Walkie che ha preferito uccidersi piuttosto che andare in guerra.
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