Militanti a Radio Padania: "Bossi come Craxi"

Cresce lo scontento tra i militanti che telefonano a Radio padania. Clima da Tangentopoli: il Senatùr paragonato a Craxi.
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Linee telefoniche caldissime a Radio Padania: anche nel giono di Pasquetta l’emittente della Lega riceve decine e decine di telefonate di sostenitori e simpatizzanti che continuano a commentare gli svilupppi delle inchieste della magistratura che hanno travolto i vertici del Carroccio, fino a portare alle dimissioni di Umberto Bossi.

Qualcuno prova a difendere la classe dirigente leghista e lo stesso Senatur, sostenendo che le inchieste «sono una mossa politica per denigrare la Lega» e «se il figlio di Bossi è arrivato lì vuol dire che non c’era altra gente disponibile».
Ma la maggior parte delle telefonate sono di leghisti amareggiati e delusi. E c’è chi arriva a paragonare il leader storico della Lega a Bettino Craxi, uno dei simboli considerati dal popolo padano emblema del centralismo romano e della I Repubblica. «Nella Lega vedevamo un partito diverso e dei militanti diversi - dice Maria da Genova - ma quando tirarono le monetine a Craxi non era forse per la stessa ragione che stiamo vedendo in questi giorni? Io detesto i giornalisti - chiarisce la signora - però non bisogna dire dire che la Lega è fuori da quel sistema: se è venuto fuori questa storia del figlio di Bossi qualche perplessità bisogna averla. Da lui non ce l’aspettavamo ed è una ulteriore delusione di questa Italia».

Giorgio da Monte Brianza, incalza. «Chi l’ha nominato Belsito? Onore delle armi a Bossi, ma stiamo attenti perchè c’è molto scontento in giro. L’unica soluzione è Maroni segretario». «Bossi da padre doveva verificare quello che faceva il fglio - continua Giovanna da Torino - la Lega non può smentire il "Roma ladrona", a meno che non siamo contenti che rubino tutti». «Uno tende a fidarsi dei familiari - replica la conduttrice - ma purtroppo...».
Il paragone con Craxi però scatena la reazione della frangia innocentista: un ascoltatore da Sesto San Giovanni ribatte che «Craxi ha preso le tangenti, quelli della Lega sono finanziamenti che teoricamente sono proprietà della Lega stessa, non sono soldi sfilati da tasche citadini con tangenti occulte. Noi abbiamo usato male i soldi - aggiunge - ma non abiamo preso le tangenti».

«Io ho sempre votato un po’ per la Lega e un po’ per il Pdl - dice un’ascoltatrice - ma oggi ho sentito che la Angela Merkel è in Italia, lei è venuta col volo di Stato, ma il marito è venuto con un volo low cost. Come mai Calderoli quando era ministro andò a Disneyland con 8 persone di scorta?». E a chi ripete che «è il sistema che è marcio» e che tutti i partiti hanno qualcosa da nascondere, la conduttrice risponde: «Certo le indagini dovrebbero farle in tutti i partiti, ma quello che è emerso in questi giorni non è piacevole». «Se ha sbagliato Renzo Bossi restituirà i soldi - chiude un altro ascoltatore - ma Maroni non deve fare processi prima dei giudici». L’attesa adesso è per la serata dell’orgoglio padano che si terrà domani a Bergamo. Ma i segni di scontento sono inequivocabili. Tanto che su un muro di Pontida, cuore dei raduni leghisti, lo striscione con su scritto «Padroni a casa nostra» è diventato «Ladroni a casa nostra».
 

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