Milani al Governo: «Tramonte sia fatto tornare in Italia»

«Sentiamo la necessità che il Governo non lasci nulla di intentato perché il condannato Tramonte sconti la propria pena in Italia»
Maurizio Tramonte davanti al tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Tramonte davanti al tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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«Sentiamo la necessità che il Governo Italiano non lasci nulla di intentato perché il condannato Maurizio Tramonte sconti la propria pena in Italia poiché diversamente costituirà uno sfregio al Paese, alle istituzioni e alle vittime della Strage di Piazza Loggia».

Lo ha scritto Manlio Milani, presidente dell’Associazione vittime della Strage e marito di una delle vittime di piazza della Loggia, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e a quello della Giustizia per chiedere novità sullo stato di Maurizio Tramonte, condannato all’ergastolo il 20 giugno scorso con Carlo Maria Maggi è attualmente rinchiuso in carcere in Portogallo, dove Tramonte era scappato qualche giorno prima della sentenza della Cassazione sulla Strage di Piazza della Loggia. Tramonte ha fatto ricorso contro l’estradizione e la Corte Suprema di Evora deve ancora esprimersi.

«Ad oggi - scrive Milani - non sappiamo quando tale ricorso sarà discusso ne soprattutto non conosciamo quali iniziative il Governo italiano abbia messo in atto perché la pena venga scontata in Italia».

Al momento Manlio Milani non ha ancora ricevuto alcuna risposta.

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