Miglietti di nuovo in marcia, meta un «non luogo»

Il runner bresciano partirà il 3 novembre e percorrerà 550 km in mezzo al Sahara
Protagonista. Stefano Miglietti - Foto © www.giornaledibrescia.it
Protagonista. Stefano Miglietti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Gambe, testa, cuore. A Stefano Miglietti serviranno tutti e tre. Gambe per marciare per 550 km nel mezzo del Sahara. Testa perché a nulla valgono i muscoli se mancano le risorse mentali necessarie per andare avanti anche quando le energie fisiche sono agli sgoccioli.

Cuore per dare un senso alla fatica: lo spirito che anima ogni avventura di Miglietti, al di là della performance atletica, si rifà al desiderio di mettersi alla prova, alla ricerca di sé e dei propri limiti. A sei anni dall’ultima impresa estrema (l’attraversamento della depressione di Qattara, in Egitto, 250 km percorsi in 38 ore senza acqua e senza cibo), il runner risponde nuovamente al richiamo del deserto.

Classe 1967, bresciano residente a Monticelli Brusati, padre di tre figli, imprenditore, Miglietti da tempo alterna traversate sahariane a gare nei luoghi più freddi del pianeta, spostando sempre un po’ più in là l’orizzonte dei suoi limiti. «Ogni volta ho cercato di alzare l’asticella - dice - ma dopo le ultime due prove era difficile trovare ancora stimoli». Arduo, in effetti, andare oltre le performance leggendarie del 2012, appunto la folle traversata desertica senza mangiare né bere, e del 2011, quando nel Sahara egiziano stabilì il record del mondo, ancora imbattuto, delle 10 maratone no stop, percorrendo 421,950 km in 52 ore e 30 minuti. Da allora Stefano ha continuato ad allenarsi, lontano dai riflettori, ed ora si rimette in marcia.

La nuova avventura è stata presentata in Loggia. La mattina del 3 novembre Miglietti si metterà in marcia dal villaggio di M’Hamid El Ghizlane, all’estremo sud-est del Marocco, al confine con l’Algeria, un tempo tappa commerciale delle carovane che attraversavano il Sahara e dal Marocco andavano alla mitica Timbuctù, nel Mali. Da qui cercherà di concatenare quattro deserti di sabbia (gli erg Ezzahar, Smar, Chegaga e Lihoudi) e gli altopiani rocciosi di Zguid e M’Hamid.

Il runner marcerà in un ambiente arido, una specie di non luogo alla fine del mondo, in zone dalle quali gli stessi nomadi del deserto si tengono ai margini. L’intenzione è quella di coprire il percorso di circa 550 km in 5-6 giorni (il cammino può essere seguito sulle pagine social di avventurando.it). «Rispetto alle ultime sfide - dice il runner - ho qualche anno e qualche acciacco in più, ma testa e cuore ci sono».

A proposito di cuore, anche questa, come tutte le avventure di Miglietti, avrà un risvolto benefico, a sostegno del «Percorso di riabilitazione» che Valtrompiacuore realizzerà all’ospedale di Gardone Val Trompia e del progetto «Bella anche in ospedale» dell’associazione Esa. Presentato anche il progetto sociale «Road to New York» del dott. Gabriele Rosa, che porterà alla maratona della Grande Mela sei ragazzi con sindrome di Down e due runners bresciani con disabilità visiva. Ne parleremo presto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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