Mezzi storici e revisione: il punto

La Motorizzazione Civile scrive ai centri autorizzati che rifiutano prenotazioni ai mezzi «ante 1960»
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Una delle materie in cui regna confusione è la revisione dei veicoli. Non solo perché è un tema tecnico, ma anche perché spesso la diversa appartenenza territoriale gioca un ruolo sulle decisioni del dipartimento.

La nostra Motorizzazione risponde alla Direzione Generale Territoriale del Nordovest. Ora, nei mesi scorsi sul web, tramite social network, si è diffusa una circolare del Ministero, rivolta alla Motorizzazione di Firenze, con cui si autorizzava l’espletamento delle revisioni dei veicoli «storici» (quelli iscritti Asi o Fmi), immatricolati prima del 1960, anche nei centri autorizzati della provincia, quindi non solo presso la Motorizzazione come previsto da una circolare del 2010. Il senso della norma è di favorire i veicoli più vecchi: essendo più delicati in Motorizzazione il tecnico effettua una prova con una serie di deroghe, tra le quali è esclusa la prova dei freni sui rulli, le emissioni dei gas di scarico e la verifica dei giochi alle ruote.

La confusione. Da qui anche a Brescia si è diffusa l’idea che i mezzi certificati potessero essere provati con le deroghe di cui sopra ma senza passare dalla Motorizzazione. «Nulla di più sbagliato: quella circolare che ora il Ministero ha annullato, non riguardava la Lombardia ma solo la Toscana» spiega l’ing. Lorenzo Loreto, direttore della Motorizzazione di Brescia. Da qui una mail a tutti i centri revisione in cui si legge: «Circola fra le associazioni e in rete una nota, nella quale si dà autorizzazione anche ai centri privati della DGT del Centro. Si ribadisce che non vale per la nostra DGT del Nordovest. Purtuttavia la nota di cui trattasi è stata soppressa.

Tutte le officine non possono fare le revisioni dei veicoli ante 1960 iscritti ASI che devono essere fatte alla Motorizzazione». Da qui la confusione: molti centri autorizzati non hanno più effettuato le revisioni dei veicoli ante 1960 anche per quelli che non riportano sul libretto la dicitura «veicol di interesse storico», mandando i titolari a pronotare inMotorizzazione, dove per avere un appuntamento di prova ci vogliono sino a 4 mesi.

Il Ministero. Ma ci supporta quanto ci scrive il Ministero dei Trasporti: «I veicoli di interesse storico e collezionistico sono quelli iscritti in uno dei registri di cui all’art. 60 del Cds». Ne consegue che è possibile avere due veicoli identici, con lo stesso anno di costruzione, dei quali uno è di interesse storico e l’altro no: semplicemente perché il secondo non è iscritto nei registri. Ciò premesso, si conferma che la revisione dei veicoli di interesse storico e collezionistico, costruiti in data antecedente al 1° gennaio 1960, debbono effettuare la revisione presso gli Uffici Motorizzazione Civile, in quanto sono previste deroghe alle ordinarie modalità di effettuazione delle prove strumentali.

Nulla osta, invece, alla revisione di un veicolo ante 1960, non classificato di interesse storico collezionistico, presso un centro privato di revisioni. In quest’ultimo caso il veicolo deve essere sottoposto, tra l’altro, alle ordinarie prove strumentali senza alcuna deroga».

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