Mezzi speciali di soccorso, la rivoluzione è partita da Brescia vent’anni fa

Come l’idroambulanza, un'intuizione bresciana che abbatte i tempi d'aiuto in quanto è l’unica a garantire il soccorso sanitario a bordo
Fabio Arrighini dell’Aat 118 Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Fabio Arrighini dell’Aat 118 Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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È stata Brescia ad inventare, all’inizio del Duemila, il servizio dei mezzi speciali soccorso in Italia. «Poi si sviluppa, migliora e viene finanziato grazie ad Areu, a Soreu, al 112 e alla collaborazione tutta bresciana dell’Associazione Nazionale Carabinieri e alla Croce Bianca di Brescia, che si dividono l’attività nelle due aree di competenza, nel Basso e nell’Alto Garda. Noi, invece, mettiamo a disposizione gli infermieri specializzati».

Il coordinatore Fabio Arrighini non nasconde il proprio orgoglio quando racconta brevemente la storia della macchina dei soccorsi speciali in provincia. «Si è pensato a questo servizio perché nei mesi estivi il Garda decuplica le presenze e sistematicamente aumentano malori e incidenti. In tal modo riusciamo a soccorrere in pochi minuti i pazienti».

E il lavoro - tanto per i soccorritori volontari certificati quanto per gli infermieri del 118 - non manca mai, su strade sempre più frequentate e inevitabilmente teatro di incidenti. «Anzi - aggiunge Arrighini - con la creazione del numero unico europeo 112 abbiamo fatto un passo importante, perché il suo utilizzo anche multilingue è diventato più facile e di conseguenza sono cresciute le richieste di intervento da parte di turisti stranieri».

L'idroambulanza

Ma, sempre nell’ambito del potenziamento dei mezzi speciali, anche l’idroambulanza rappresenta una felice intuizione tutta bresciana: «La Guardia Costiera interviene sempre in casi di emergenza ma può chiedere l’ausilio dell’idroambulanza. Ciò avviene spesso, in una sinergia di attività che ha l’unico scopo di soccorrere il più velocemente possibile. Con il proprio mezzo la Croce Rossa ha una capacità di intervento in superficie e fino a 5 metri di profondità nelle acque del lago. Ma si tratta di un mezzo fondamentale anche perché è l’unico a garantire il soccorso sanitario a bordo». Un vero e proprio muro insomma, che vuole proteggere turisti e automobilisti e abbattere i tempi dell’aiuto in scenari di emergenza sempre più frequenti, in particolar modo nella stagione estiva.

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