Mettere al sicuro la vita virtuale, vivere al meglio quella reale
Nona puntata di «Fuoriclasse», penultima di questa stagione della trasmissione fatta dai giovani per i giovani, condotta da Davide Briosi e Fabio Gafforini. Protagonisti gli studenti del Newton di Brescia per parlare, tra gli altri temi, di cybersicurezza: ospite l’esperto Giancarlo Turati, amministratore delegato di Fasternet.
Nel 2021 sono stati registrati 2.049 cyber attacchi gravi: si tratta di un aumento che sfiora il 10% rispetto all’anno precedente, per una media mensile di 171 attacchi, il valore più elevato mai registrato: a dirlo è Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica.
«Il tema è fondamentale ma anche semplice da spiegare - dice Turati -: tutta la nostra vita è legata in maniera inscindibile ai dati che produciamo e utilizziamo sia al lavoro che nella vita privata. Proteggere i dati vuol dire oggi proteggere le persone: come farlo entra a pieno titolo nelle cose da sapere. Vita virtuale e vita vera sono un tutt’uno, continuerò a ripeterlo: ci dobbiamo attrezzare in maniera opportuna, poiché i dati circolano all’interno della rete e raccontano tutto di noi».
Uno scudo
Come ci si può tutelare dai rischi? Alla base, quindi, c’è la presa di coscienza dei rischi della rete: «Non possiamo più discutere se si deve o meno utilizzare il web, ma solo come farlo, evitando che i rischi diventino minacce - continua Turati -. Dobbiamo abituarci a considerare la nostra attività quotidiana nel mondo cyber, e capire che bisogna dare fiducia a chi lo merita: in rete, come per strada, c’è tantissima gente e, come non diamo confidenza al primo che passa, così dobbiamo fare in rete».
Sul tema della sicurezza nel web c’è molta disinformazione e chi vuole approfittare delle persone fa leva sulla curiosità: è questa, infatti, la tecnica che i malintenzionati usano, muovendosi tra notizie di grande interesse e bufale, inducendo in errore chi non è bene informato. Non serve poi finire nel deep web, la parte più oscura di internet, per trovare chi non merita fiducia: quotidiani sono i casi che partono da semplici disturbi fino ad arrivare allo stalking, al bullismo, agli adescamenti, ai furti d’identità.
«L’ultimo concetto che voglio trasferire agli studenti - conclude Turati - è quello che tutto ciò che si fa in rete rimane per sempre: se noi insultiamo qualcuno, non riusciremo più a cancellarlo. La nostra vita è disseminata di tracce che lasciamo sul web, e qualcuno potrebbe usare queste tracce per costruire il nostro curriculum, o addirittura per ricattarci. Purtroppo, nel mondo dei giovani, questi ricatti non sono sotto forma di soldi, ma di immagini molto crude che arrivano a ledere la dignità».
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