Messa in sicurezza la terra contaminata a Chiesanuova

La Loggia rassicura: «Non è più presente l’amianto». Basta Veleni ribatte: «Ma Pcb e diossine ci sono»
La messa in sicurezza del cumulo di terra erosa in via Parenzo - Foto © www.giornaledibrescia.it
La messa in sicurezza del cumulo di terra erosa in via Parenzo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il telone che doveva proteggere la terra erosa dai parchi in corso di bonifica, e che ieri ha lasciato gli scarti al vento facendo allarmare i residenti, è stato riposizionato correttamente.

A intervenire, nella giornata di ieri, è stata la ditta alla regia dei cantieri, contattata sabato sera dalla Loggia dopo la segnalazione dei cittadini. Tutto risolto quindi? Non proprio. Il telo è stato riposizionato, ma chi abita nella zona - per voce del Cdq - reitera l’appello al Comune: «Ascoltateci».

Il quartiere accusa

A spiegare il pomo della discordia ci pensa la presidente, Claudia Cauzzi: «La situazione è un disastro. Che il telo non reggeva lo avevamo già segnalato giovedì, quando erano cadute le transenne, ma ci è stato risposto che i tecnici erano impegnati». Il j’accuse punta dritto all’assenza di dialogo: «La collaborazione diretta richiesta più volte è faticosa, il contatto diretto non c’è e questo porta a una costante mancanza di attenzione, perché in Comune non si rendono conto che così la cittadinanza si sente abbandonata. Siamo in difficoltà: non c’è tempestività nelle comunicazioni, le informazioni non sono mai precise, non c’è trasparenza».

Quale la proposta del Cdq? «Avevamo chiesto di re-istituire il gruppo di lavoro così da essere informati. Ma non ci hanno neppure risposto». Lamentela, questa, che viene sottolineata anche da Guido Menapace, seduto nel Cdq e in questo caso portavoce di Basta Veleni: «Siamo allibiti perché la Loggia non risponde neppure al Cdq, procede senza avvisare nessuno». Quindi, le due domande: «Ci piacerebbe sapere dove viene portata la terra erosa, dove viene smaltita. E attendiamo da tempo i risultati dei monitoraggi sull’aria in via Cacciamali: li vorremmo ora che i lavori sono in corso, non fra sei mesi».

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La replica della Loggia

Il Comune, intanto, fa sapere attraverso una nota stampa che «il terreno in questione non è più interessato dalla presenza di amianto, precedentemente rimosso» e che «la tensostruttura presente nel parco era una misura preventiva, aggiuntiva rispetto alle normali procedure che la ditta ha presentato nel piano di rimozione, approvato da Ats. La struttura è stata smontata al termine della rimozione dell’amianto presente nei cumuli di terreno, che ora verranno conferiti in discarica. L’impegno del Comune per ridare alla libera fruizione dei cittadini aree pubbliche toccate dall’inquinamento si è esplicitato in questi anni con ingenti risorse economiche e umane: da qui i positivi risultati nel quartiere».

Una replica che non basta a Menapace: «Sì, l’amianto sarà stato rimosso, ma quel terreno resta contaminato da Pcb, diossine e metalli pesanti. Ed è rimasto per ore e ore a svolazzare per il quartiere».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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