«Meglio rischiare di morire che morire di sicuro»
«Meglio rischiare di morire che averne la certezza». Ancora stanchi, ancora spaventati, ancora increduli al termine di un viaggio che sembrava impossibile: i tre ragazzi afghani arrivati ieri in città sono ora al sicuro in una struttura cittadina, ma il lungo percorso che li ha portati in Italia è ancora impresso nei loro occhi. Il loro racconto è drammatico. Hanno quindici, sedici e diciassette anni e sono reduci da cinquanta ore passate aggrappati sotto un camion. Dalla Grecia a Brescia, casello Brescia est. E prima c’erano stati la Turchia e l’Iran, paesi attraversati in mille modi per sfuggire dalla guerra che ha già segnato le loro giovani vite.
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