«Meglio capire prima di morire come sono felice della mia vita»
Paolo Marchiori è un inno alla vita. Lo pensi quando ti sei messo alle spalle la porta blu della stanza di ospedale al Civile che da quasi tre mesi è casa sua.
Coperto con il lenzuolo fino alla gola, la maschera dell'ossigeno a scandire il tempo di una vita alla quale quest'uomo che tredici anni fa ha conosciuto la Sla, resta aggrappato con una forza commovente.
«È un periodo difficile» dice a fatica. Al fianco del letto la compagna traduce le parole segnate da una malattia degenerativa che procede con un ritmo troppo sostenuto. Aveva 44 anni nel 2005, quando gli fu diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica, una patologia rara che colpisce progressivamente tutti i muscoli del corpo fino ad interessare la parola, la deglutizione e la respirazione. Stefano Borgonovo, ex calciatore divenuto simbolo della lotta alla Sla, morto nel 2013, la chiamava «la stronza». Paolo Marchiori oggi sta vivendo il momento più difficile della sua battaglia.
«Mi hanno preso per i capelli e mi hanno salvato - racconta -. Ho già fatto dieci sacche di sangue, mi hanno fatto un intervento senza anestesia e adesso sto curando un'infezione al sangue. Ora sto un po’ meglio e mi viene voglia di fare».
Un viaggio all'inferno tra dolori e sofferenze, ma i suoi occhi dicono che di mollare non ci pensa nemmeno per un secondo. «Comunque vada la vita è un dono prezioso e quindi ogni momento va vissuto con amore» spiega a fatica.
«Non mollo» sussurra. E il pensiero va a dj Fabo che ha scelto di morire in Svizzera per non continuare a soffrire. «Mi sono affidato al Signore quindi sono nelle sue mani. Ho avuto la fortuna di ricevere il dono della fede, però la malattia non è stata una disgrazia perché mi ha fatto sentire il vero senso della vita. Quindi è meglio capire prima di morire come sono felice della mia vita anche se ho sofferto molto. Mi dispiace che una volta prima della malattia pensavo solo alla mia famiglia quindi ero egoista».
Paolo Marchiori nonostante le difficoltà ha ancora tanti programmi per il futuro. «Ho in mente un progetto nazionale per i giovani da portare nelle scuole».
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