Medaglia della Liberazione al 96enne che disse no ai tedeschi

Consegnata in Prefettura la medaglia a Salvatore Affinito, classe 1922. Nella sua storia vita ha incrociato anche Mussolini, Hitler e Churchill
  • Salvatore Affinito con il prefetto Vardé
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Se l'Italia oggi è un Paese dove regnano libertà democrazia e solidarietà è anche grazie a persone come Salvatore Affinito, classe 1922, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale si rifiutarono di schierarsi dalla parte dei tedeschi, mettendo a rischio la propria vita, e sottoponendosi a drammatiche vicissitudini personali per salvarsi e tornare dalla propria famiglia.

Una posizione che lo Stato italiano ha deciso di ricordare e indicare come modello attraverso la consegna della Medaglia della Liberazione e del relativo attestato firmato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti.

La cerimonia, che segue le celebrazioni per il 25 Aprile, ha avuto luogo in Prefettura alla presenza dei famigliari di Salvatore Affinito, 96 anni, originario di Napoli ma da tanti anni residente a Brescia.

Comprensibile l'emozione per Salvatore Affinito, che ha voluto anche raccontare al Prefetto Vardè alcuni aneddoti della sua vita, delle fughe dai tedeschi, delle volte che venne catturato, e di quando ebbe modo di vedere personalmente personaggi come Mussolini, Hitler e Churchill.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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