Mazzette alle Entrate, tre nuove richieste di rinvio a giudizio
Ci sono tre nuove richieste di rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte mazzette all'Agenzia delle Entrate di Brescia, che ha coinvolto una decina di dipendenti, oltre ad imprenditori locali, indagati a vario titolo per corruzione, riciclaggio, omessa denuncia, abuso d'ufficio, falsità ideologica e accesso abusivo ad un sistema informatico.
Le ultime tre richieste del pm Antonio Bassolino si aggiungono a quelle già formulate nelle scorse settimane dal magistrato e alle 15 avanzate dai difensori degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
I procedimenti sono stati tutti riuniti e la decisione del giudice per le indagini preliminari è attesa per il prossimo 9 settembre.
Stando alle indagini i funzionari pubblici, dietro il ricevimento da parte di imprenditori di bustarelle tra i dieci e i quindicimila euro, avrebbero annullato controlli fiscali o agevolato accertamenti.
Nei guai è finito anche un magistrato onorario, donna, di Brescia, che non ha denunciato il marito, coinvolto nell'inchiesta, «nonostante - si legge agli atti - fosse consapevole della sua condotta corruttiva e dell'ingente somma di denaro in banconote da 500 euro che lo stesso possedeva».
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