Maxi truffa, l'inchiesta bresciana partita da Doha

Partita da Doha l'indagine della GdF bresciana che ha smascherato un sistema truffaldino a tanti zeri
TRUFFA AI RISPARMIATORI
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Hanno truffato grandi investitori, gente capace di staccare assegni da un milione e quattrocentomila euro, ma anche piccoli risparmiatori. Non si sono fermati nemmeno davanti a famiglie colpite dal sisma dell'Emilia Romagna nel 2012. Anche i risparmi di una vita di persone che cercavano l'investimento redditizio dopo il sisma sono finiti nelle disponibilità del gruppo scoperto dalla Guardia di Finanza di Brescia che ha arrestato quattro persone nell'ambito di un'inchiesta della Procura che ha complessivamente iscritto nel registro degli indagati 16 persone. Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a truffa, riciclaggio e abusivismo finanziario.

Un sistema che sarebbe stato gestito dall'avvocato bresciano Sergio Oliveri, 50 anni arrestato e ora ai domiciliari così come i due promotori finanziari Claudio Pignatti, modenese di 50 anni, e Maurizio Bondioli, 49enne di Treviso. In carcere invece Antonello Moroncini, bresciano residente in Svizzera, ai vertici dell'associazione con l'avvocato Oliveri e amministratore della International Global Opportunities, società con sede legale a Londra attraverso la quale venivano stipulati finti contratti di investimento.

Proponevano interessi del 3% mensile. Oltre alla Global International Opportunities sono finite nell'indagine la Champion Holding & Finance e la Tova con sede a Lugano. Uno dei coinvolti, Claudio Pignatti, ex dipendente di Unicredit, era stato oggetto di indagine interna alla banca perché accusato di aver utilizzato i codici di accesso segreti di alcuni clienti «per dar corso a operazioni di acquisto e vendita titoli mediante home banking», si legge in ordinanza. Indagate inoltre anche le mogli dei principali responsabili che avrebbero fatto transitare su conti correnti a loro intestati, tra Italia e estero, il denaro illecito.

L'inchiesta è nata dalla denuncia di una coppia di italiani residente a Doha che dopo aver investito 50mila euro non ha più ottenuto indietro il denaro. Il gruppo dal 2009 al 2013, tra Brescia e Dubai, passando dalle province di Modena, Ferrara, Cremona e Teramo, avrebbero raccolto oltre sette milioni e mezzo di euro da più di 150 clienti. Il gruppo non a avrebbe però mai investito il denaro, ma lo avrebbe speso per interessi personali. Dall'acquisto di vetture di lusso, come l'Aston Martin acquistata dall'avvocato Oliveri, passando per abitazioni o pagamenti di affitti «e altre spese a cui i soli introiti leciti derivanti dalla sua attività di avvocato non avrebbero consentito di far fronte» scrive il gip Cesare Bonamartini relativamente alla posizione del legale bresciano che proponeva gli investimenti fornendo false garanzie personali sulla restituzione del capitale tramite la polizza di responsabilità civile per avvocato sottoscritta con Unipol Assicurazioni.

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni mobili e immobili ai coinvolti: 8 abitazioni, 24 terreni, 11 auto e quote sociali per un valore nominale di circa 200.000 euro. È stata inoltre eseguita la notifica del decreto di sequestro anche nei confronti di 26 istituti bancari, dove risultano accesi conti correnti riferibili agli indagati.

 

 

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