Matrimonio in crisi: i bresciani non si sposano più

Un calo a dir poco drastico, soprattutto per i matrimoni in chiesa. Tira aria di crisi per i fiori d'arancio, come confermato dai dati Istat su nuzialità e famiglia, resi noti nei giorni scorsi. I numeri sono in diminuzione in tutta Italia e Brescia rispecchia la tendenza nazionale.

L'andamento dei matrimoni nella nostra provincia è protagonista di un calo progressivo, che si è spalmato nel corso degli ultimi dieci anni, come si può vedere dal grafico in movimento qui sotto. Numeri alla mano, la tendenza al ribasso è subito evidente: nel 2017 i riti sono diminuiti di quasi 400 unità, abbassando il totale dai 3.861 del 2016 ai 3.492.

Momento nero soprattutto per le nozze in chiesa, alle quali le coppie preferiscono nettamente la cerimonia civile in municipio (o in luoghi autorizzati, come ad esempio ville e ristoranti che ospitano i ricevimenti). Se infatti gli sposalizi religiosi lo scorso anno sono stati 1.452, le unioni validate da sindaci o assessori superano quota duemila (2.040 per la precisione). Si tratta del numero più basso degli ultimi dieci anni.

Per quanto riguarda la città, nel 2017 i riti civili sono più o meno stabili, ma quelli religiosi sono in linea con la flessione registrata sul territorio provinciale (sono solo 157 le nozze in chiesa a Brescia). Analizzando i dati Istat paese per paese (consultabili nella mappa riportata in seguito), il Comune con più nozze è Montichiari (125), seguito da ben quattro centri sul lago di Garda: Desenzano del Garda (86), Salò (78), Sirmione (77) e Lonato del Garda (70).

Ma quanti anni hanno i bresciani che decidono ancora di sposarsi? L'età media è 32 anni per le spose e 35 per i consorti. Parlando di seconde nozze dopo il divorzio, invece, gli uomini in media hanno tra i 53 e i 54 anni, mentre le donne poco più di 46.

Per completare il ritratto degli sposi bresciani, degno di nota è il dato sul regime patrimoniale scelto dalle coppie che convolano a nozze: la maggioranza (il 63,2 per cento) sceglie la separazione dei beni.