Masia è presidente del tribunale di Brescia, ma il Csm si divide
Una votazione così non si era mai vista: dodici voti a favore a altrettanti tra astenuti (11) e contrari (uno).
Il segno evidente che la nomina a presidente del tribunale di Brescia di Vittorio Masia, attualmente presidente di sezione nello stesso ufficio giudiziario, non ha convinto mezzo plenum del Csm.
Un esito probabilmente condizionato dalla polemica sollevata da uno dei candidati al concorso, Enrico Fischetti, presidente di sezione alla Corte d'appello di Brescia, che dopo la proposta della Commissione a favore di Masia, con una lettera al Comitato di presidenza aveva lamentato di essere stato ingiustamente escluso dalla selezione.
Fischetti aveva puntato l'indice contro il prevalere di logiche di «appartenenza» o comunque «improprie». Logiche che, a suo avviso, avrebbero trovato conferma in una mail con cui alcuni consiglieri di Area spiegavano ai colleghi di Brescia di essersi astenuti dopo aver preso atto che, numeri alla mano, la candidatura di Fischetti non avrebbe avuto alcuna possibilità di successo in plenum.
Alla fine la nomina di Masia è passata con i sì dei togati di Unicost e Magistratura Indipendente , dei laici di centro-destra di due di centro-sinistra e di un togato di Area. Il resto del gruppo di Area e dei togati di centro-sinistra si è invece astenuto, assieme al primo presidente e al pg della Cassazione.
L'unico voto contrario è stato espresso dal laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin, contrario alla nomina per ragioni di merito e di metodo: «non condivido e non avallo una nomina frutto di un accordo correntizio smaccato».
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