Marilia, l’omicidio era stato programmato
A Gambara questa mattina sono attesi i Ris di Parma per passare di nuovo al setaccio la scena del crimine
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Era arrivato a Gambara prima di lei, attorno alle 10.20 circa di giovedì. Dopo aver comprato acido muriatico, ammoniaca, guanti e spugne, secondo gli investigatori l’ha aspettata nell’ufficio dell’Alpi Aviation do Brasil, dove Marilia Rodrigues Silva Martins è entrata dopo mezzogiorno. E non ne è mai uscita viva.
Si complica la posizione di Claudio Grigoletto dopo la convalida dell’arresto decisa ieri dal gip Francesco Nappo per «concreto pericolo di fuga» e «concreto pericolo di reiterazione del reato». Nuovi elementi potrebbero portare la Procura a contestare al 32enne la premeditazione. Tra questi vi è lo scontrino degli acquisti fatti quel mattino: per gli inquirenti dimostrerebbe che l’uomo aveva già in mente di usare l’acido, versato poi nella bocca della donna riversa a terra per simulare un suicidio. È stata poi trovata nel cassetto dell’ufficio di Grigoletto nell’Aviosuperficie di Bedizzole la chiave a pappagallo usata presumibilmente per svitare il tubo del gas: quella stessa chiave sarebbe sparita dall’Aviosuperficie nei giorni precedenti all’omicidio.
Nel frattempo, l’uomo ha respinto le accuse, ma ha ammesso di avere avuto una relazione con la 29enne, mentre l’esame del dna ha confermato che il padre del bambino era lui. Una gravidanza che metteva a rischio il matrimonio di Grigoletto, con una seconda figlia appena nata e una moglie insospettita da un messaggio anonimo che l’avvertiva del tradimento. Nella vita del presunto omicida non c’era però spazio per quel nuovo bambino in arrivo e dalle indagini coordinate dal pm Ambrogio Cassiani è emerso come Grigoletto avesse già chiesto a Marilia di abortire.
Giovedì i due si incontrano dunque nell’ufficio di Gambara. Lei non ha bisogno delle chiavi, è il suo amante ad aprirle la porta. Nella ricostruzione c’è poi quel buco nero fino alle 16.47, quando la cella telefonica indica lo spostamento di Grigoletto. Il quale arriva all’Aviosuperficie di Bedizzole attorno alle 18. A quell’ora, secondo le prime indicazioni dell’autopsia, la donna è già morta. Picchiata, strangolata, coperta di giornali usati per scatenare un incendio, ma bruciati solo parzialmente. Chiusa in una stanza che andava riempiendosi di metano, un gas che potrebbe aver contribuito a finirla.
Grigoletto rientra ad Adro in serata, dopo un volo con decollo e atterraggio a Bedizzole. Attorno alle 22 la moglie gli medica una ferita alla mano destra che dice di essersi procurato registrando il motore di un aereo. Per la Procura, però, quel taglio, assieme ai segni sul volto, sul collo, sul torso e sulle braccia sono collegabili alla colluttazione con Marilia. Secondo il gip, inoltre, l’accusato «ha dimostrato una totale assenza di scrupoli nel porre in essere un’azione criminosa gravissima e violenta, in danno ad una giovane donna incinta, peraltro debilitata dalla difficile gravidanza».
A Marilia aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie, a lei pagava da due settimane un hotel a Ponte San Marco, in cui la donna si era vista anche con l’ex fidanzato Andrea, a lei da due mesi non stava versando gli stipendi, con la ditta ormai prossima alla chiusura dopo meno di un anno di attività. Quando l’ha aspettata nella sede di Gambara, secondo gli inquirenti, aveva già tutto in mente. Loro due soli in ufficio, con l’altro socio in ferie. E un «problema» da risolvere in un modo che ora potrebbe valere l’ergastolo.
Emanuele Galesi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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