«Mappe», trekking therapy per ritrovare se stessi dopo che si è commesso un reato
Partiranno in gruppo lunedì, una decina di ragazzi accompagnati da due educatori e uno psicologo, e per qualche giorno cammineranno sui sentieri affacciati sul lago di Garda. Per riscoprire se stessi e le proprie emozioni grazie al «tempo lento» del cammino. E per «mettersi alla prova» in tutti i sensi.
L’esperienza di «trekking therapy». già sperimentata con successo nel Bresciano negli ultimi anni, è solo una delle proposte del progetto «Maps - Traiettorie per orientarsi nella messa alla prova» rivolto ai minori autori di reato ai quali viene offerta la sospensione del procedimento giudiziario e l’opportunità di vedere estinto il reato. Il progetto, presentato ieri alla stampa e operativo sui territori della Valle Sabbia (ambito distrettuale 12) e della Bassa bresciana centrale (ambito distrettuale 9), prevede infatti nei prossimi mesi anche l’avvio di laboratori esperienziali e attività di gruppo condotti da educatori, psicologi e formatori.
I promotori
L’obiettivo è sperimentare, valorizzare e mettere a sistema le migliori esperienze di messa alla prova e di accompagnamento di minori autori di reato. Finanziato da Fondazione Cariplo, il progetto, distribuito su due annualità, ha nella cooperativa sociale Area, che ha sede a Villanuova sul Clisi, la cabina di regia. Insieme a numerosi partner aderenti all’iniziativa, si elaboreranno percorsi volti alla (ri)costruzione e alla rappresentazione delle molteplici «mappe» che costituiscono il percorso di crescita necessario dopo aver commesso un reato.
Nel concreto, attraverso azioni mirate sia a livello individuale che di gruppo, «i minori che insistono sulle due aree territoriali saranno accompagnati a (ri)trovare e (ri)definire il proprio posizionamento all’interno dei propri legami e dei contesti sociali», ha spiegato Aurelio Bizioli, presidente della cooperativa.
A chi è rivolto
Destinatari degli interventi, i minori segnalati all’autorità giudiziaria per i quali è stato stabilito un percorso di accompagnamento alla «messa alla prova» e per i quali saranno elaborati percorsi educativi personalizzati, percorsi psicologici individualizzati e percorsi che coinvolgeranno i loro familiari ai quali sarà offerto sostegno genitoriale. Senza tralasciare l’intera comunità, coinvolta attraverso incontri di sensibilizzazione e di formazione.
Presentando il progetto, Michele Zanardi e Carlotta Bragadina, presidenti dell’assemblea dei Sindaci rispettivamente dell’ambito 12 Valle Sabbia e dell’ambito 9 Bassa bresciana centrale, hanno posto l’accento sulla declinazione «in modo autonomo da parte di ciascuna area territoriale delle singole azioni, valorizzando le peculiarità del territorio verso un’unica direzione: l’inclusione nella società di minori in situazione di fragilità e autori di reato, come anche i recenti fatti di cronaca hanno portato alla ribalta. Senza tralasciare l’intera comunità educante, chiamata a riflettere e ad agire».
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