Maltrattamenti: marito assolto ma non per questione culturale
Il tribunale di Brescia ha assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» l’uomo di origini bengalesi accusato di maltrattamenti sulla moglie connazionale e per il quale nelle scorse settimane il pm aveva chiesto l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» sostenendo la tesi della scriminante culturale.
A inizio udienza lo stesso pm aveva depositato una memoria spiegando: «Il pm, esaminati gli atti, rivaluta la precedente richiesta e la riformula chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste, perché il reato di maltrattamenti contestato difetta del requisito dell’abitualità».
Una retromarcia dopo che ad agosto la richiesta di assoluzione era stata avanzata con la formula «perché il fatto non costituisce reato per mancanza dell’elemento soggettivo» in quanto scrisse: «I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine».
Alla fine l'uomo è stato assolto non per questioni culturali, ma le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
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